“Da quando mi sono messo da parte, siamo scesi all’8 per cento…”. Nell’ultima riunione dei gruppi, quella di lunedì scorso, Silvio Berlusconi aveva già manifestato tutta la sua grande preoccupazione per la tenuta del partito, lanciando una stilettata ad Angelino Alfano senza citarlo direttamente.
Oggi, nella giornata più dura per le larghe intese e della spaccatura del Pdl con gli alfaniani pronti a fare gruppi autonomi, il Cavaliere avrebbe di nuovo bacchettato il suo delfino: con Alfano segretario siamo calati al 12 per cento. In queste ore, sembra ormai inevitabile la scissione del Pdl, con una divisione netta tra berlusconiani e alfaniani.
Il Cav, raccontano, non avrebbe però chiuso ancora le porte al recupero di Alfano, che ancora non si è espresso sulla frattura nata sul voto di fiducia al governo Letta. Il Cav sarebbe deluso e profondamente amareggiato dai tanti parlamentari che stanno pensando di creare nuovi gruppi autonomi.
Ce l’ha con chi pensa a governare con il sostegno di traditori e transfughi e anche per questo avrebbe deciso di non staccare piu’ la spina al governissimo. Ora ho visto in faccia chi mi vuole tradire, avrebbe confidato ai suoi. E qualcuno avrebbe letto in questo sfogo tutta la delusione per il comportamento di Alfano.
Ormai la linea è tracciata, dicono i fedelissimi del vicepremier, ma nessuno esclude la possibilità di un recupero in extremis per una coabitazione tra i gruppi Fi-Pdl e quelli moderati di prossima costituzione con i dissidenti pidiellini. Il rischio è una guerra continua.
La rottura era nelle cose e ormai inevitabile, ma nulla è definitivo e compromesso del tutto, avrebbe detto ai suoi Alfano.
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