Lampedusa, il Papa riscatta i migranti
Top

Lampedusa, il Papa riscatta i migranti

Un gesto simbolico per ridare dignità ai naufraghi e riconoscere la solidarietà degli abitanti dell'isola e alla sindaca Giusi Nicolini.

Lampedusa, il Papa riscatta i migranti
Preroll

Desk Modifica articolo

7 Luglio 2013 - 10.57


ATF

Magliette con l’immagine del Papa, e poi bicchieri, piatti, tappetini per il mouse, tutti con una foto di papa Francesco e sullo sfondo l’isola dei conigli, da giovedì sera sono apparsi in bella mostra sulla centrale via Roma di Lampedusa. A battere tutti sul tempo con i gadget del Papa è l’American bazar, che di americano ha solo il nome. Il proprietario è fiducioso nell’arrivo del Pontefice, sicuramente per il business ma non solo. In questi giorni stanno arrivando anche centinaia di migranti sull’isola approfittando del bel tempo ma forse anche sperando che la visita dei Francesco I riservi loro una migliore accoglienza da parte dell’Italia. «Il Papa non potrà fare molto per loro ma è importante che rivolga loro almeno un pensiero», dice il proprietario dell’American bazar, sicilianissimo.

L’annuncio dell’imminente arrivo di Bergoglio ha suscitato aspettative in tutti gli isolani. Da ieri un manifesto con il Papa è collocato anche all’ingresso delle spiagge. Lampedusa è abituata a visite di politici, che tuttavia non hanno mai lasciato il segno, al massimo, quelli che avevano i soldi, hanno comprato una villa. È appena passato il vicepremier Angelino Alfano, senza clamori. Ma ora tutta l’isola è in fermento: le ruspe lavorano anche di notte per ripulire lo stadio, prima che arrivino le strutture da installare per la celebrazione della messa papale alla quale assisteranno in veste “ufficiale” – così ha voluto Papa Bergoglio – solo la sindaca Giusi Nicolini, il parroco e il vescovo. La prima fila sarà occupata da migranti, diversamente abili e bambini.
Le autorità se vorranno si mescoleranno con la gente. Si attendono 16.000 partecipanti su una popolazione di circa 6.000 abitanti. Molti verranno anche da fuori, sono state infatti intensificate le corse delle navi da Agrigento e dei traghetti da Linosa, che fa comune con Lampedusa. E poi ci sono i turisti che affollano l’isola.

Leggi anche:  Il commissario per l'emergenza idrica: "La neve ha scongiurato la siccità, ma la manutenzione è un problema"

Indubbiamente un gesto che vuole ridare dignità ai migranti ma anche un riconoscimento per Giusi Nicolini che da quando è stata eletta sindaco (nel 2012, con una lista civica di ispirazione ambientalista) ha voluto trattare i migranti con grande umanità. Gesti, forse simbolici, che tutta la popolazione apprezza.

Frequentando spesso quest’isola non abbiamo mai sentito la gente comune – quella che non specula sulle disgrazie altrui come era successo con la leghista Maraventano in passato vicesindaco – inveire o lamentarsi «di quei poveracci» che arrivano disperati sui barconi. Anche quando i media nazionali parlavano di emergenza a Lampedusa, togliendo agli isolani la principale fonte di entrate rappresentata dal turismo, non abbiamo mai notato un atteggiamento minimamente razzista. I migranti non si sono mai visti in giro per l’isola, al loro arrivo vengono immediatamente rinchiusi nel centro di «accoglienza» e poi trasferiti altrove. Ora il trasferimento avviene velocemente impedendo che nel centro la presenza diventi esplosiva, come era successo in passato. Comunque non ci sono mai stati reali motivi per disertare Lampedusa. Che invece quest’anno registra il gran completo dopo che la spiaggia dell’isola dei conigli è stata definita una delle più belle del mondo.

Per la verità questo affollamento l’ha resa un po’ meno bella per chi egoisticamente è abituato a vederla semideserta. Naturalmente l’importante è che questa grande risorsa rimanga area protetta sotto il controllo della Lega ambiente, che tutte le estati organizza volontari per presidiare di notte la spiaggia dei conigli in attesa dell’arrivo della tartaruga Carretta Caretta che è solita deporre qui le sue uova. Siamo sicuri che Giusi non si dimenticherà di essere stata prima di sindaco presidente della Lega ambiente e farà rispettare tutte le norme che rendono l’isola italiana più vicina all’Africa un patrimonio di grande valore.

Leggi anche:  A Porto Empedocle, gli artisti di Farm Cultural Park colorano l'hotspot

I lampedusani non nascondono la loro soddisfazione per il successo che quest’anno registra la loro terra, ma non temono nemmeno l’arrivo di migranti che si è intensificato negli ultimi giorni, forse anche per l’effetto Papa e non solo per le condizioni favorevoli del mare.

«Dovremmo lasciarli marcire nei campi dove sono ammassati in Libia?», sostiene Tonino che, dopo aver traversato i mari per anni come marinaio, ora affitta le sue casette ai turisti. Tonino non ha mai accusato i migranti nemmeno negli anni di magra. «È povera gente che non sa dove andare, ha bisogno di noi, non possiamo respingerli», è anche il parere di Tony che affitta ombrelloni sulla spiaggia di Cala Madonna.

Nicola lo scultore che si accuccia sulla spiaggia a scolpire tartarughe, il simbolo di Lampedusa, in una creta particolare di cui va in cerca la sera prima di concludere la sua giornata di lavoro si accontenta di poco, quel che gli basta per girare un po’ l’Italia durante l’inverno quando l’isola si fa deserta. È preoccupato perché i profughi quando arrivano a Lampedusa, spesse volte raccolti in mare, vengono rinchiusi come bestie dentro il Centro di accoglienza. E poi? «Che cosa fa l’Europa per accogliere questi migranti che sfuggono alle loro disgrazie? Noi da soli non possiamo risolvere i loro problemi. Io a Modena ho incontrato un tunisino che è fuggito dal centro di accoglienza di Lampedusa, ma cosa può fare senza documenti?»

Leggi anche:  A Porto Empedocle, gli artisti di Farm Cultural Park colorano l'hotspot

Nicola non rifiuta l’accoglienza ma si pone il problema del loro futuro. I lampedusani, forse perché vivono sull’isola che è un avamposto dell’Italia, mantengono la loro calma anche quando gli arrivi di migranti si fanno pesanti. Questa è un’isola che importa tutto, dall’acqua, al gas, alla benzina e anche il cibo. Quando la popolazione aumenta quasi fino a raddoppiare, come è successo durante la rivoluzione tunisina – anche se non ha mai raggiunto le cifre paventate dall’allora ministro Maroni – diventa un problema per la sopravvivenza. Ma lo è anche quando non ci sono più posti per seppellire i naufraghi nel cimitero, come ha sottolineato la sindaca.

Lunedì arriva il Papa per dare un messaggio di speranza e dignità ai profughi e speriamo anche un ringraziamento all’umanità dei lampedusani rappresentati dalla sindaca Nicolini. Non si tratta di una visita ufficiale, anche questo è un messaggio importante, ma pone molti problemi a chi dovrà sostenere le spese per l’organizzazione visto che il comune ha le casse vuote. Quest’anno, per mancanza di finanziamenti, non si terrà nemmeno O’scià l’annuale kermesse di artisti organizzata solitamente in settembre da Claudio Baglioni. Messaggi tutti utili e importanti per sollevare la questione dei migranti che superano la porta d’Europa, ma che dovrebbero garantire anche le risorse a un piccolo comune per poter affrontare i problemi nel modo migliore. E premiare la determinazione e la generosità con cui Giusi Nicolini sta affrontando la situazione.

il manifesto 6 luglio 2013
Native

Articoli correlati