Deserti (sguardo sul Paese)
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Deserti (sguardo sul Paese)

La denuncia di Crocetta sulle escort che i consiglieri siciliani reclutavano a Buenos Aires. E poi la voglia dei giovani di fuggire dall'Italia. [Onofrio Dispenza]

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28 Maggio 2013 - 18.38


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di Onofrio Dispenza

Forse Sorrentino potrebbe essere il regista giusto per farci un film sulla notizia data ieri dal presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta: “Mi hanno detto che il Ciapi aveva una sede a Buenos Aires, dove i deputati portavano le escort”. Il Ciapi avrebbe dovuto essere un Ente di Formazione Professionale. Perché mai avrebbe dovuto avere una sede a Buenos Aires, resta un mistero. Se la notizia raccolta da Crocetta risulterà vera, si potrà dire che l’Ente ha formato squallidi maiali. Ci perdonino i simpatici suini.

Quindi, il quadro di riferimento della possibile sceneggiatura da affidare alle mani sapienti di Sorrentino è quello di deputati regionali siciliani che, magari con la scusa del ristabilimento di rapporti con i figli e i nipoti dei tanti siciliani emigrati per fame in Sud America, vanno nella capitale del tango e come primo pensiero hanno quello di reclutare ragazze con le quali passare ”eleganti serate”, come si dice in Italia. Resta il dubbio sul capitolo di spesa delle”eleganti serate”argentine.

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Tutto da verificare, naturalmente, ma conoscendo lo scrupolo del nuovo presidente della Regione Siciliana, impegnato a tagliare i tanti rami e ramoscelli del malcostume e del malaffare, c’è da pensare che dietro la denuncia ci sia una qualche reale oscenità del passato non tanto remoto.
Le parole di Crocetta, nel giorno di due notizie che vogliamo apposta mettere assieme ai retroscena del Ciapi.

La prima viene sempre da Palermo e ci dice che la fuga dei cervelli non conosce frontiere. Non solo Paesi europei e Stati Uniti, tra le mete di emigrazione dei ricercatori italiani, c’è anche il Sahara. Avete capito bene, il deserto sahariano, quello della Tunisia. A fare questa scelta sono ricercatori del Sud Italia che hanno perso il lavoro oppure sono in cerca di una prima attività. Ad un bando di sei posti di ricercatore in lingua e letteratura italiana presso l’Iseah, un istituto superiore di Tozeur, nel deserto tunisino, sono arrivate 150 richieste, in particolare provenienti dal meridione d’Italia. Ricercatori che, dopo essersi guardati attorno, hanno preso in considerazione la possibilità di insegnare per un anno o due nel deserto. Più accogliente.

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La storia si ripete, tra il 1876 e il 1885, furono migliaia i siciliani che, con una notte di mare, emigrarono in Tunisia. Su incerti barconi,c’erano contadini, operai, artigiani, povera gente alla ricerca di un futuro migliore. Stessa fame di quelli che oggi arrivano dal Nord Africa. Ecco, ora che i barconi fanno il viaggio inverso, da quest’altra parte del Mediterraneo c’è chi parte, questa volta con una laurea in tasca e progetti di ricerca che è più facile attecchiscano nel deserto sahariano.

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