Perché Grillo riempie le piazze
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Perché Grillo riempie le piazze

Ieri ho deciso sentire le persone, vecchia maniera, per capire cosa le ha spinte, alle nove di sera di inverno, a stare accalcate sotto a un palco per un "non" cantante.

Perché Grillo riempie le piazze
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6 Febbraio 2013 - 18.20


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di Claudia Sarritzu

Ieri ho scelto di usare la piazza per quello che è: un luogo di incontro e scontro. Mi sono soffermata con le persone a parlare, a capire. Capire perché fossero lì nonostante il freddo, nonostante l’ora tarda, nonostante lui non fosse un cantante. Non sono brava con i numeri, quindi mi fido dei colleghi che parlano di 15mila persone, e in effetti erano tantissimi, una folla umana incredibile, incredibile se pensiamo che si tratta di un “politico”.

Ho riscontrato stanchezza, chiedevo se fossero lì per curiosità, interesse, o più semplicemente perché del Movimento cinque stelle. Mi hanno risposto quasi tutti che erano lì perché possibili elettori. Mi hanno risposto che lo avrebbero votato per protesta, perché stufi degli altri “politici”. Ho affermato che il voto è roba seria, non si può votare qualcuno in massa solo per fare un torto agli altri, mi hanno risposto che non avevano altri strumenti per lottare.

E le idee?

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Così mi si è un po’ gelato il sangue, non per le parole di Grillo, quasi tutte banalmente condivisibili, ma per un’Italia che non vota più per qualcosa ma contro qualcuno. Non vota più per un’idea, ma per una protesta collettiva che distrugga il passato, ma che non sa costruire il futuro. Un’altra domanda è: conoscete il programma di Grillo? I più scuotono la testa. Ma a loro non interessa, mi fanno capire che sono io a non comprendere il punto della vicenda: votano perché arrabbiati, perché è l’unica strada per liberarsi degli altri. Vedete Grillo non è una persona malvagia e chi lo segue non è lì per interesse, ne sono certa. C’è però un punto di contatto con i sistemi totalitari e leaderisti: Unire le persone sotto lo stesso grido, “facciamoli fuori”, poi di costruire cosa e come non se ne parla. Non ci sono a mio parere nei suoi comizi concreti esempi economicamente sostenibili, per il bilancio del nostro Paese, citati ne suoi discorsi tutti identici, che se te ne ascolti uno te li ascolti tutti.

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E ho imparato che la gente lo sa, ma questo è il movimento educato dei delusi, di quelli per bene che non manifestano incazzati per strada come in Spagna o n Grecia, ma che decidono di fare questa scelta un po’ strana e un po’ assurda, di votare chi sembra meno peggio, chi è lì contro chi prima votavi e che ora non ti convince più.

Vorrei tanto un Paese che votasse Grillo conoscendo il suo programma che ha tanti punti nobili e che non lo seguisse solo perché grida le coordinate del Parlamento per indicare ironicamente a un missile dove si trova “la casta”. Se fossimo migliori e più coraggiosi, cambieremo questa nazione con LE IDEE.

Venti anni fa gli italiani votarono un simpatico venditore di pentole non perché credevano a quel milione di posti di lavoro, ma perché la sinistra non convinceva e la Dc non c’era più. Perché erano stufi degli altri, non perché conoscessero il suo programma.

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Non facciamo lo stesso errore: votiamo Grillo o chiunque altro perché ne amiamo le idee.

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