Ingroia si smarca dai pasdaran: vogliono scontro Colle-pm
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Ingroia si smarca dai pasdaran: vogliono scontro Colle-pm

Il magistrato di Palermo vede una campagna di veleni che ha come obiettivo quello di mettere contro due istituzioni per destabilizzare lo Stato.

Ingroia si smarca dai pasdaran: vogliono scontro Colle-pm
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4 Settembre 2012 - 11.38


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Il pm di Palermo Antonio Ingroia torna anche oggi sulla vicenda delle intercettazioni che riguardano il Quirinale. E lo fa intervenendo a Radio Popolare: «C’è una campagna di veleni basata su di insinuazioni e interpretazioni a dir poco maliziose, ricostruzioni fantasiose che sembra avere come principale obiettivo quello di mettere un’istituzione contro l’altra, la Procura di Palermo contro il Quirinale e il Quirinale contro la Procura di Palermo. L’articolo di Panorama è stato il clou di questa campagna».

Secondo il pm «siamo di fronte a un capovolgimento della ricostruzione della realtà che ha come obiettivo una rottura della coesione istituzionale che non giova alle istituzioni, ai
cittadini, ma soprattutto non giova all’accertamento della verità sulla vicenda della trattativa Stato-Mafia, vicenda che non ha bisogno di essere strumentalizzata politicamente. Si vuole
creare un clima artificioso di conflitto delle istituzioni con l’obiettivo di non arrivare a questa verità».

Per Ingroia «è evidente che si vuole alzare un polverone e mi pare che le stesse cose, magari più implicitamente, ha detto il Procuratore antimafia Piero Grasso quando ha parlato di “menti
raffinatissime” che hanno come obiettivo contemporaneamente la magistratura e il Quirinale. Questo è il quadro che si delinea». Chi si cela dietro queste menti? «Non voglio interpretare il
pensiero di Piero Grasso – dice Ingroia – Ma il riferimento alle parole di Giovanni Falcone credo sia stata fatto da parte sua per parlare di un certo modo di fare disinformazione attorno alla
vicenda della trattativa Stato-Mafia. Un’azione di fatto destabilizzante. Ricordo che Falcone parlò di menti raffinatissime con riferimento alle lettere anonime del cosiddetto Corvo, scritto da qualcuno dentro le istituzioni, per delegittimare Falcone. Non so chi siano le fonti di certi
articoli tendenziosi, però sono fonti che agiscono come agì il Corvo ai tempi dell’Addaura. C’è chi vuole soffiare sul fuoco utilizzando oggi una testata giornalistica e domani un’altra».

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Il magistrato poi conclude: «I giornalisti fanno il loro mestiere, purché parlino di fatti e di notizie. Ultimamente mi pare che gli articoli su questo tema, invece che basati su fatti e notizie, siano siano basati su soffiate, indiscrezioni e maldicenze. E allora tutto suona strano, anomalo e inquietante».

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