Un paese da spazzare
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Un paese da spazzare

Si moltiplicano, sulla rete e sui media, le denunce dei privilegi dei quali godono la classe politica e dirigente del paese. Un movimento di indignati che monta, giorno dopo giorno.

Un paese da spazzare
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Claudio Armini Modifica articolo

18 Luglio 2011 - 13.04


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Si moltiplicano, sulla rete e sui media, le denunce dei privilegi dei quali godono la classe politica e dirigente del paese. Un movimento di indignati che monta, giorno dopo giorno. Ma la classe politica resta sorda. Non vuole cedere di un passo, non intende rinunciare a niente. Rinvia ogni possibile taglio ai costi del suo mantenimento alla prossima legislatura. Se la vedranno i prossimi, chi verrà dopo. Scaricabarile. Di quel “per il bene del paese” pare importarle soltanto a parole. Siano poi gli altri a fare i sacrifici necessari, le rinunce vere. Ogni richiamo ed accorato appello alla responsabilità sulle sorti nazionali suona così come la più insopportabile delle ipocrisie. La pubblica opinione non è disposta ad assolvere nessuno.Ministri, deputati, senatori, manager di stato, presidenti di qualsiasi cosa, avvocati, notai, commercialisti. Tutti colpevoli. Senza appello. Qualcuno faccia qualcosa, per favore. Faccia vedere di essere diverso. Dia l’esempio. Come quei napoletani che, armati di scopa e paletta si danno da fare per ripulire la propria città. C’è un paese intero da spazzare.

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