Chiede la castrazione chimica dopo 50 anni di condanne per atti osceni: cosa dice la legge italiana?
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Chiede la castrazione chimica dopo 50 anni di condanne per atti osceni: cosa dice la legge italiana?

Castrazione chimica, parla l'avvocato dell'uomo che l'ha chiesta dopo 50 anni di condanne: «Gli è stato risposto che in Italia non è possibile ricorrere a questa forma di inibizione, se non per motivi oncologici».

Chiede la castrazione chimica dopo 50 anni di condanne per atti osceni: cosa dice la legge italiana?
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23 Ottobre 2023 - 11.53


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Un uomo di 64 anni, che da cinquant’anni entra ed esce dal carcere per reati legati agli atti osceni in luogo pubblico, ora chiede la castrazione chimica per risolvere definitivamente il suo problema.
La Repubblica ha parlato con il suo avvocato, Maurizio Pettiti che pochi giorni fa l’ha difeso nell’ultimo processo. «Gli è stato risposto che in Italia non è possibile ricorrere a questa forma di inibizione, se non per motivi oncologici. Ha già fatto tutte le misure di sicurezza previste dal codice, il suo è un ergastolo bianco. Lo stato ne esce sconfitto perché non trova rimedio a casi così tristi».

Il responso per l’uomo è sempre di «disturbo antisociale di personalità» e gli esempi sono una serie. A settembre 2021 era in permesso per incontrare lo psichiatra e lungo il tragitto aveva esibito le sue parti intime a due minori in un parco giochi a Ciriè (Torino). Dalla casa di cura era passato quindi al carcere di Alba (Cuneo), nella sezione casa lavoro. Aveva patteggiato sette mesi di reclusione e il giudice si era riservato di decidere.

Dieci giorni dopo, perquisendo la sua camera nella struttura sanitaria, gli erano state trovate oltre 30mila foto pedopornografiche e a Torino aveva patteggiato due anni. Lo psichiatra Giorgio Gallino aveva concluso: «La storia clinica e la letteratura scientifica dimostrano come la terapia farmacologica pur somministrata per lungo tempo non abbia mostrato alcuna utilità nel modificare i suoi tratti di personalità antisociale. Anche rispetto alla possibilità di impedire il reiterare reati sessuali, la cura psicofarmacologica è inutile».  

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