Migranti, il ministro Piantedosi non riuscirà a mascherare una strage di Stato
Top

Migranti, il ministro Piantedosi non riuscirà a mascherare una strage di Stato

Vergognosi sono i tentativi messi in atto dal governo italiano, e coperti dalla stampa mainstream, di oscurare una verità che prende sempre più corpo dopo la immane strage di migranti al largo delle coste del Crotonese. Quella strage è una strage di Stato

Migranti, il ministro Piantedosi non riuscirà a mascherare una strage di Stato
Matteo Piantedosi
Preroll

Umberto De Giovannangeli Modifica articolo

28 Febbraio 2023 - 18.26


ATF

Ministro Piantedosi, vergognose non è l’asserita “strumentalizzazioni delle vittime” del naufragio di Crotone. Vergognose sono le sue considerazioni. Vergognoso è il “carico residuale”, riferito ai migranti. Ignobile è il “colpa vostra se morite”.

Strage di Stato

Vergognosi sono i tentativi messi in atto dal governo italiano, e coperti dalla stampa mainstream, di oscurare una verità che prende sempre più corpo dopo la immane strage di migranti al largo delle coste del Crotonese. Quella strage è una strage di Stato.

“La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli”.  Le parole del ministro dell’interno Matteo Piantedosi risuonano come pietre nel dibattito sull’immigrazione che si è scatenato dopo il naufragio di Crotone con oltre 60 vittime accertate. Il ministro, a margine di un convegno dell’Anci sulle polizie locali, si è fermato qualche istante a parlare con i giornalisti. Poi ha aggiunto “Il contrasto agli scafisti? È un problema internazionale, ci stiamo lavorando. L’Europa? “Sto andando in Francia”, ha aggiunto il titolare del Viminale prima di andare via. 

Una frase che fa salire tutte le opposizioni sulle barricate. Tra i primi a reagire alle parole di Piantedosi è il leader di Azione Carlo Calenda che su twitter attacca il ministro: “Parole indegne dette con una prosopopea insopportabile.”

Durissime anche le parole del neo segretario di +Europa Riccardo Magi: “C’è da inorridire alle parole del ministro Piantedosi che non sa dire altro, di fronte a una tragedia come quella di Crotone, che bisogna bloccare gli sbarchi. Si trattava di persone che, vista la loro provenienza, quasi sicuramente avrebbero avuto diritto a protezione internazionale”. Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana, attacca a testa bassa: “Il nervosismo dei rappresentanti del governo non può travalicare il confine della decenza: sentire il ministro dell’Interno parlare di ‘vocazione alle partenze’, ‘la disperazione non giustifica i viaggi a rischio’, quando poi sono parole relative a naufraghi provenienti da Afghanistan, Siria o Iraq, è offensivo nei confronti delle vittime. È arrivato il momento che la smettano con la retorica, quando fanno la guerra a chi salva vite o quando fanno di tutto perché non ci siano canali regolari di ingresso e corridoi umanitari, e poi vorremo sapere quante reti criminali che organizzano questo commercio sono state colpite in Libia o in Turchia, quando invece sovvenzionano gli schiavisti e chi organizza i lager sulla terraferma. Ecco, il governo dia piuttosto risposte – conclude Fratoianni – a queste domande”.

 Marco Bertotto, direttore dei programmi di Msf Italia durante la conferenza stampa sul naufragio di Crotone, lancia pesanti accuse contro il governo. “Lo dico con il rispetto che si deve alle vittime, con il dolore per quanto avvenuto e anche con la ferma intenzione, come richiesto dalla presidente Meloni, di non speculare su queste tragedie. Ma non possiamo non dire con rabbia che le prime dichiarazioni del premier Meloni e del ministro Piantedosi sono poco più di un triste scaricabarile, un ennesimo schiaffo sul volto delle vittime e dei sopravvissuti di questa tragedia”, ha detto Bertotto.

Scrive Gianfranco Schiavone su Il Riformista: “Non sappiamo quali fossero i progetti, le aspettative, i sogni, delle molte decine di bambini, donne e uomini che sono morti a poche centinaia di metri dall’arrivo sulle spiagge di Cutro. Sappiamo però da dove venivano e quindi da cosa fuggivano: quei morti provenivano, al pari dei sopravvissuti, dall’Afghanistan, dall’Iran, dalla Somalia, dal Pakistan, paesi lacerati da violenze, conflitti, regimi autoritari. Erano dunque rifugiati che avevano diritto all’asilo come previsto dalla Convenzione di Ginevra del 1951, dal diritto dell’Unione Europa e, va ricordato, dalla Costituzione italiana.

All’art. 10 terzo comma la nostra carta riconosce l’asilo come un diritto fondamentale della persona che fugge da una situazione nella quale gli è impedito “l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla costituzione italiana” stessa che funge da parametro di riferimento di tali violazioni. qual è dunque, mi chiedo, il significato dell’invocazione della signora Meloni di “impedirne le partenze anche per evitare tragedie simili”? significa che le persone dovevano restare nei loro paesi per essere lapidati dai talebani, impiccati dagli integralisti islamici, arruolati nelle milizie delle tante guerre in corso? mi auguro solo che la signora Meloni non intendesse questo, ma non ne sono affatto sicuro”.

Il ministro insiste

“Una tragedia che ci addolora profondamente e interpella le nostre coscienze ad agire per fermare traversate così pericolose e trovare risposte concrete alla questione migratoria. È evidente che questo si può fare solo con un’azione decisa dell’Ue e una forte sinergia con i Paesi di transito. Dobbiamo evitare che chi scappa dalle guerre si affidi a trafficanti di essere umani senza scrupoli, servono politiche responsabili e solidali dell’Ue». Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi – in merito al naufragio di Cutro in Calabria – in audizione alla Commissione Affari costituzionali sulle linee programmatiche del dicastero. Il ministro, dopo le polemiche innescate dalle sue parole di ieri, ha difeso il decreto sulle Ong del governo che «non ha in alcun modo l’obiettivo di impedire i soccorsi, ma che si svolgano in maniera ordinata e coerente con le norme internazionali e ai quali si conformano gli Stati e solo indirettamente i soggetti privati. Ribadisco che le nuove disposizioni non introducono alcun divieto su scenari e l’intervento delle operazioni di recupero». Secondo il numero uno del Viminale «è inaccettabile che porti geograficamente più vicini subiscano le conseguenze della pressione migratoria». Quindi aggiunge che «i nostri valori di solidarietà non possono fermarsi alla banchina di sbarco ma alle aspettativa di vita del migrante».

Piantedosi ha anche anticipato che ci saranno nuove norme su rimpatri, accoglienza, asilo e ingresso in Italia: «È mia intenzione definire, d’intesa con i miei colleghi interessati, degli interventi di natura normativa che affrontino i temi di particolare criticità, come i rimpatri, il sistema di accoglienza, la protezione internazionale e i procedimenti per l’ingresso regolare degli stranieri. Per il ministro, inoltre, «bisogna proseguire sul rafforzamento dei canali legali di ingresso dei migranti». «Da quando il governo si è insediato – ha sottolineato – è stata incentivata la soluzione dei corridoi umanitari, con ben 617 migranti arrivati attraverso questo canale, ed è stato emanato un decreto flussi per 83mila ingressi regolari in Italia per motivi di lavoro».

“Proprio per la disperazione che noi vediamo in intere popolazioni mondiali che inducono le persone a partire, ci siamo distinti sin dall’inizio su corridoi umanitari e decreto Flussi”. Rivendica le scelte del governo, il ministro Piantedosi, nella sua replica in commissione al Senato dopo aver ascoltato gli interventi dei parlamentari di maggioranza e opposizione. “Ho pudore a ostentare i sentimenti e la considerazione della tragedia, ma devo essere giudicato per ciò che farò e che ho fatto”, continua il titolare del Viminale, rispondendo a chi lo accusava per la frase pronunciata sulle vittime della strage di migranti a Crotone. “Dobbiamo fare in modo che le terre siano sempre più sicure del mare. Nessuno ha detto sigillatura dei confini, ma si è parlato di Piano Mattei. Ho detto fermatevi, verremo noi a prendervi”. E a chi gli chiede, vista l’emotività di cui parla, di rettificare la frase del giorno prima risponde ancora: “Io sono talmente capace di emozionarmi che lo faccio prima che le tragedie avvengano. Quando i riflettori sono spenti”.

“Tutto deve avere una collocazione, per capire quali azioni un Paese come il nostro e l’Unione europea possono mettere in campo – continua Piantedosi – Dobbiamo immaginare che queste persone venivano da un Paese come la Turchia al quale l’Ue dà molti soldi da anni per trattenerle, proprio nella logica che la traversata si può rivelare fatale”. E aggiunge: “Il dramma non si deve fermare alla spinta migratoria, ma anche a che tipo di futuro riusciamo a dare qui. Ci dobbiamo porre il tema di una sostenibilità”.

“L’esigenza, forse arida, è quella di riservare le giuste opportunità a chi merita di essere trattato per primo. Vogliamo fare in modo che quel sogno migratorio si realizzi. Bloccare le partenze significa questo, le traversate sono pericolose. Il mio motto, ripeto, è fermatevi che arriviamo noi. Non è banale dirlo. Alla Libia ho proposto di avere un ruolo per svuotare i centri di detenzione – insiste il ministro dell’Interno – Non ho nessun motivo per ritenere che ci siano stati errori e sottovalutazioni da parte dei nostri soccorritori. Decine di migliaia di persone sono state salvate negli ultimi mesi. In mare i soccorritori devono valutare anche i profili di rischio per sé stessi e per chi vanno a salvare, anche l’abbordaggio può rivelarsi drammatico”.

Bagarre in Aula, scontro tra Pd e Fratelli d’Italia

Alla fine degli interventi dei senatori è scoppiata una piccola bagarre in commissione, con la senatrice capogruppo del Pd, Simona Malpezzi, che ha attaccato il presidente Alberto Balboni di Fratelli d’Italia. L’esponente del partito di Giorgia Meloni ha deciso, a un certo punto della discussione, di lasciare la presidenza e sedersi tra i banchi dei senatori per fare un intervento politico, attaccando alcuni senatori del Pd. “Lei ha detto che hanno fatto delle insinuazioni, ma erano domande”, ha attaccato Malpezzi. Balboni ha provato a toglierle la parola e la senatrice dem si è infuriata: “Fa quello che è abituato a fare, tacitare l’opposizione”.

 “La Commissione Ue ha una politica molto chiara quando si tratta di asilo e di diritto all’asilo: le persone che si trovano in una situazione di pericolo hanno il diritto legittimo di chiedere asilo in un Paese sicuro, compresi i Paesi che compongono l’Ue”. Lo ha detto il portavoce della Commissione europea Eric Mamer rispondendo alla richiesta di un commento sulle parole del ministro Piantedosi sul naufragio di Cutri . “Avvertiamo dei pericoli derivanti dai trafficanti di esseri umani, responsabili di mettere in pericolo vite di persone che si trovano in situazioni di grande precarietà e disagio: è questo che dobbiamo combattere”.

Sergio Scandura, inviato di Radio Radicale, tra i giornalisti più capaci e presenti sul fronte migranti e Mediterraneo, alle qualità professionali, alte, unisce una tagliente ironia. Così su Twitter: “Ogni volta, davanti a rituali dichiarazioni come queste, penso a una donna caduta in acqua col suo bambino: non hanno molto tempo ma intanto, dall’alto delle istituzioni italiane e UE, gli si dirà ‘porta pazienza e aspetta, stiamo preparando un Piano Mattei panafricano’”. 

Il racconto dei sopravvissuti

“Circa quattro ore prima dell’urto della barca è sceso nella stiva uno dei due pakistani e ci ha detto che dopo tre ore saremmo arrivati a destinazione. Si è ripresentato un’ora prima dello schianto dicendoci di prendere i bagagli e prepararci a scendere visto che eravamo quasi arrivati. Poi, all’improvviso il motore ha iniziato a fare fumo, c’era tanto fumo e puzza di olio bruciato”. 

Inizia così il drammatico racconto di uno dei superstiti del naufragio di domenica all’alba. L’uomo ha riferito quanto accaduto agli inquirenti che indagano sulla tragedia costata la vita a 64 persone, con decine di dispersi. Sono tre i sospetti scafisti arrestati. Un quarto uomo è soltanto indagato. A tutti sono contestati gli stessi reati: omicidio e naufragio colposi e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

“La gente nella stiva iniziava a soffocare e a salire su – racconta ancora il superstite nei verbali – Ho fatto in tempo ad afferrare mio nipote e a salire in coperta dopo di che la barca si è spezzata e l’acqua ha iniziato a entrare. Quando sono salito senza più riscendere, sotto c’erano circa 120 persone tra donne e bambini. Ho visto che il siriano e due turchi hanno gonfiato un gommone e sono scappati”.

“Eravamo quasi arrivati… Sani e salvi. Poi, la barca ha battuto contro qualcosa e si è spezzata e capovolta. Siamo caduti tutti in acqua. C’era chi gridava, chi è annegato subito, altri hanno provato a raggiungere la riva. E’ stato terribile”, ricorda un altro superstite che si trova al Cara.

Dai racconti e dai verbali emergono la ricostruzione di quegli istanti terribili e parole che descrivono l’orrore, storie di gente in fuga.

Tutti parlano di quella stiva tanto piena – c’erano almeno 150 migranti – che due scafisti “ci facevano salire per respirare per poi farci scendere sotto la barca”.  

Cosa si sente di dire a queste persone, ministro Piantedosi. “E’ colpa vostra se morite”?

Native

Articoli correlati