Neonato morto al Pertini, la presidente delle ostetriche: "Servono ventimila professioniste in più"
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Neonato morto al Pertini, la presidente delle ostetriche: "Servono ventimila professioniste in più"

"Lavoriamo sotto organico. Oggi in Italia siamo 20.885, ma di queste il 20% è in pensione o è andata all'estero, quando non ha proprio cambiato mestiere. All'appello ne mancano ventimila".

Neonato morto al Pertini, la presidente delle ostetriche: "Servono ventimila professioniste in più"
Un'ostetrica e il neonato
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26 Gennaio 2023 - 15.25


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Il dramma del neonato morto all’ospedale Pertini di Roma mentre la mamma – esausta per il parto – lo stava allattando, deve aprire un’ampia riflessione sui decennali tagli alla sanità pubblica portati avanti da tutti i governi che si sono susseguiti. Tagli che hanno provocato e continueranno a provocare tragedie come questa. Il perché lo spiega Silvia Vaccari, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica, in un’intervista a La Stampa.

«Lavoriamo sotto organico. Oggi in Italia siamo 20.885, ma di queste il 20% è in pensione o è andata all’estero, quando non ha proprio cambiato mestiere. Se dovessimo fare un calcolo sulla base dei fabbisogni delle donne, diciamo che all’appello ne mancano altrettante. Ventimila. Per non parlare del fatto che sono anche mal distribuite, sia negli ospedali sia nel territorio».

«Bisognerà accertare i fatti e questo spetta alla magistratura, però vedo che qualcuno sta strumentalizzando una vicenda dolorosa e questo ci demoralizza un po’ se pensiamo agli sforzi che ogni giorno compiamo per garantire a donne e neonati un’assistenza attenta, appropriata e, nonostante tutto, personalizzata».

Il Nice, «organizzazione inglese di fama mondiale che promuove le linee guida per la buona pratica clinica, ha stabilito che ogni donna in travaglio dovrebbe essere assistita da un’ostetrica. Noi invece siamo lontanissimi da un rapporto uno a uno. Abbiamo strutture dove a turno tre ostriche devono seguire tremila parti l’anno».

In una donna dopo aver messo al mondo un figlio, «può far subentrare quelli che in gergo chiamiamo «baby-blues», un sentimento misto di ansia e melanconia, che può trasformarsi in psicosi e sfociare nella depressione – osserva -. Per questo dovrebbero essere poi seguite in casa una volta dimesse». Il Pnrr «e il decreto che riforma l’assistenza territoriale prevedono che i professionisti vadano a prestare assistenza a casa delle persone. E questo vale anche per le ostetriche. Il ministro si è mostrato disponibile a esaminare le nostre proposte su organici e formazione. Ma servono soldi e su quelli decide il Mef»

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