Il procuratore di Piacenza: "La diffusione del video dello stupro è riconducibile a una ipotesi di reato"
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Il procuratore di Piacenza: "La diffusione del video dello stupro è riconducibile a una ipotesi di reato"

Lo scrive il procuratore di Piacenza Grazia Pradella dopo le polemiche politiche suscitate anche dal fatto che Giorgia Meloni ha rilanciato sui social le immagini in modalità `oscurata´ della violenza.

Il procuratore di Piacenza: "La diffusione del video dello stupro è riconducibile a una ipotesi di reato"
Grazia Pradella
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22 Agosto 2022 - 18.24


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Un reato? La polizia postale deve intervenire d’imperio? La diffusione del video che mostra lo stupro di una donna di origine ucraina a Piacenza «è un fatto astrattamente riconducibile a ipotesi di reato». Lo scrive il procuratore di Piacenza Grazia Pradella dopo le polemiche politiche suscitate anche dal fatto che Giorgia Meloni ha rilanciato sui social le immagini in modalità `oscurata´ della violenza.

 «Si rappresenta che circa la diffusione sui media di video riproducenti l’episodio criminoso sono in corso approfonditi accertamenti, trattandosi di fatto astrattamente riconducibile a ipotesi di reato» si legge nella nota della Procura che dà comunicazione, «stante il clamore mediatico suscitato», di avere richiesto la convalida dell’arresto del cittadino straniero S.S. «per violenza sessuale aggravata dall’aver agito in circostanze tali da ostacolare la privata difesa».

Al 27enne accusato di avere aggredito la donna ieri, nel centro di Piacenza, viene contestato anche il reato di lesioni personali aggravate. «La gravità del fatto per le modalità di esecuzione – prosegue il magistrato – ha indotto questo ufficio a richiedere l’applicazione della misura cautelare in carcere che dovrà essere compiutamente vagliata dal gip»

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 Dopo la pubblicazione del video da parte di Meloni su Facebook in cui non si vedeva la donna ma si sentiva la sua voce, il segretario del Pd Enrico Letta aveva definito «indecoroso e indecente il video postato da Meloni». La leader di FdI aveva rilanciato le immagini con «un abbraccio a questa donna alla quale la nostra società non ha saputo garantire la sicurezza a cui aveva diritto». 

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