Suicidio assistito, l'ultimo video messaggio di Elena: "Avrei preferito morire nel mio letto"
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Suicidio assistito, l'ultimo video messaggio di Elena: "Avrei preferito morire nel mio letto"

“Mi chiama Elena, sono italiana e mi trovo in Svizzera. Normalmente sono riservata ma ho deciso di raccontare la mia storia" ha detto la donna arrivata in Svizzera dal Veneto in un ultimo videomessaggio.

Suicidio assistito, l'ultimo video messaggio di Elena: "Avrei preferito morire nel mio letto"
L'ultimo video messaggio di Elena
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3 Agosto 2022 - 14.17


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La morte di Elena, la 69enne malata oncologica accompagnata da Marco Cappato in Svizzera per sottoporsi all’eutanasia, ha lasciato un videotestamento di 4 minuti. Immagini e parole che raccontano la sua scelta difficile. “Sono sempre stata convinta che ogni persona debba decidere sulla propira vita e debba farlo anche sulla propria fine, senza costrizioni, senza imposizioni, liberamente, e credo di averlo fatto, dopo averci pensato parecchio, mettendo anche in atto convinzioni che avevo anche prima della malattia. Avrei sicuramente preferito finire la mia vita nel mio letto, nella mia casa, tenendo la mano di mia figlia, la mano di mio marito. Purtroppo questo non è stato possibile e quindi ho dovuto venire qui da sola”

“Mi chiama Elena, sono italiana e mi trovo in Svizzera. Normalmente sono riservata ma ho deciso di raccontare la mia storia – ha detto anche la donna arrivata in Svizzera dal Veneto – perché penso possa essere utile ad altre persone. Circa un anno fa, all’inizio del luglio del 2021, ho avuto la diagnosi di microcitoma polmonare. Quando ho avuto la diagnosi il tumore era già di proporzioni impoortanti e i medici avevano detto che avrei avuto poche possibilità di uscirne ma ho ritenuto che valesse la pena tentare”.

Un tentativo “che non è costato poco fisicamente e psicologicamnete ma l’ho fatto e portato a termine. Non è stato risolto il problema e mi è stato detto che c’erano pochi mesi di vita e mi è stata descritta una situazione che via via sarebbe diventata più pesante. Non ho nessun supporto vitale per vivere, solo una cura a base di cortisone e mi restava solo di aspettare che le cose peggiorassero”

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