Sparatoria a Pescara, per gli inquirenti le modalità sono quelle della mafia
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Sparatoria a Pescara, per gli inquirenti le modalità sono quelle della mafia

Nell'agguato è morto Walter Albi, incensurato. Qualche precedente penale per l'altra vittima, Luca Cavallito. Chi indaga spera che proprio quest'ultimo possa risvegliarsi e dare qualche elemento in più per trovare l'omicida.

Sparatoria a Pescara, per gli inquirenti le modalità sono quelle della mafia
Il bar del Parco di Pescara
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3 Agosto 2022 - 10.45


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La sparatoria avvenuta a Pescara, nel Bar del Parco, e che ha portato alla morte di Walter Albi, architetto 66enne – mentre la seconda vittima, Luca Cavallito, 49 anni, è ricoverata in condizioni disperate in Rianimazione – ha tutti i contorni dell’attentato di stampo mafioso. 

Il tutto ripreso dalle telecamere di sorveglianza del locale. Immagini che sono sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti. Il killer, casco integrale sul volto, giacca nera, pantaloni più chiari, zaino sul petto, pistola in pugno: prima spara dall’esterno del locale, attraverso la siepe, con cui ferisce le sue due vittime, sedute entrambe allo stesso lato del tavolo; dopo entra nel dehor, passando tra i vasi, e spara ancora, a distanza ravvicinata, mirando alla testa. Infine rovescia una sedia, prende le chiavi di un’automobile e uno o entrambi i telefoni cellulari per poi darsi alla fuga. Il tutto mentre le persone presenti si nascondevano sotto i tavoli.

Sono stati sessanta secondi, anche meno, di puro terrore. Nell’agguato è morto Walter Albi, incensurato. Qualche precedente penale per l’altra vittima, Luca Cavallito. Chi indaga spera che proprio quest’ultimo possa risvegliarsi e dare qualche elemento in più per trovare l’omicida. Tutto porta a pensare ad un’esecuzione in perfetto stile mafioso. A partire dal fatto che l’aggressore abbia sparato a distanza ravvicinata, come fossero colpi di grazia. 

Almeno otto i bossoli trovati a terra. Si tratta di un caso considerato estremamente difficile, soprattutto se è vero che i telefoni cellulari sono stati portati via: attraverso i dispositivi sarebbe stato possibile ricostruire gli ultimi contatti di Albi e Cavallito. Le condizioni di Luca Cavallito, nonostante gli interventi chirurgici andati avanti fino alle 5 del mattino, restano disperate. E’ stato raggiunto da almeno quattro colpi. Cavallito, infatti, come ha sottolineato la Asl nel bollettino medico, è arrivato in sala operatoria “in condizioni gravissime per shock emorragico dovuto a ferite multiple da arma da fuoco interessati torace, addome, arto superiore destro e massiccio facciale”.

Proseguono senza sosta le indagini della Polizia, che sta raccogliendo testimonianze ed eseguendo perquisizioni. La squadra Mobile  sta scavando a fondo nella vita delle due vittime, sulle loro relazioni. Manca ancora il movente, ma alcune voci parlano di questioni economiche e di un appuntamento con qualche persona che i due, amici da tempo, avrebbero atteso al bar.

Pescara, intanto, è ancora sotto shock. Il fatto è avvenuto sulla frequentatissima Strada Parco, all’angolo con via Ravasco, zona residenziale a due passi dalla riviera e dal centro cittadino, mentre famiglie con bambini tornavano a casa dal mare. 

“Non sto bene. Non posso stare bene. Non siamo abituati a queste cose. Le vediamo nei film”, dice la titolare del bar. “Questo delitto così efferato non fa parte della cultura dei pescaresi. È necessaria una chiara e forte risposta da parte degli organi territoriali dello Stato perché i cittadini questo chiedono”, dice il sindaco, Carlo Masci, davanti al locale.

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