Ucraina, le badanti contro il Vernacoliere: "Locandina offensiva e sessista". Il direttore: "Non la ritirerò"
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Ucraina, le badanti contro il Vernacoliere: "Locandina offensiva e sessista". Il direttore: "Non la ritirerò"

"Non fossero stati invasi dai russi, gli ucraini sarebbero rimasti per noi un popolo perlopiù di badanti, venute in Italia per sudarsi il pane. Ora non più. Da vittime dell'imperialismo russo, sono diventati eroi" ha dichiarato Mario Cardinali.

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8 Giugno 2022 - 17.24


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Il Vernacoliere è al centro di una polemica sollevata da una locandina satirica, dedicata alle donne ucraine. Nella vignetta, si prendono in giro le badanti del paese che dalla fine di febbraio è alle prese con la guerra contro l’Ucraina. Un’associazione di badanti residente in Toscana, ha scritto una lettera per chiedere le scuse del giornale satirico e la rimozione della locandina.

«Oltre al pensiero delle nostre famiglie che si trovano in una situazione drammatica per la guerra – si legge in una lettera firmata da badanti ucraine residenti in Toscana che promuovono anche una raccolta di firme – non ci sembra giusto subire anche una satira offensiva e lesiva della nostra dignità». «Lavoriamo, siamo oneste, abbiamo delle responsabilità e poi veniamo offese così», dichiara portavoce della protesta, Alina Ivanova, 58 anni, sulla locandina del «Vernacoliere». «In oltre 20 anni a Livorno non mi sono mai sentita così umiliata».

Sempre al quotidiano «Il Tirreno», Mario Cardinali ha replicato che non ritirerà la locandina:«Non fossero stati invasi dai russi, gli ucraini sarebbero rimasti per noi un popolo perlopiù di badanti, venute in Italia per sudarsi il pane. Ora non più. Da vittime dell’imperialismo russo e da quando la loro resistenza agli invasori putiniani li ha trasformati in `eroi´, su quel popolo si è riversata un’attenzione mediatica martellante, intesa anche a una certa sacralizzazione di quel popolo fino a far immaginare alla satira del Vernacoliere, dissacrante com’è la decostruzione satirica, la possibilità per quel popolo anche di far miracoli, come appunto fa la badante della nostra locandina. Ma non c’è nessun intento di sbeffeggiare un nobile lavoro, nessuna voglia di offendere dignitose lavoratrici. Solo un po’ di satira e di umorismo, in un vernacolo già di per sé irrispettoso delle convenienze e del politically correct. Le nostre sincere scuse, comunque, a chi si è sentito offeso».

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