Fabio Ridolfi, l'ultima accusa: "Grazie al vostro menefreghismo costretto a scegliere la sedazione profonda"
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Fabio Ridolfi, l'ultima accusa: "Grazie al vostro menefreghismo costretto a scegliere la sedazione profonda"

Fabio Ridolfi, da 18 anni immobilizzato a letto nella casa dei genitori a Fermignano: "Basta trattarci come cittadini di serie B, è assurdo che ci voglia più di un mese per individuare il farmaco mortale"

Fabio Ridolfi, l'ultima accusa: "Grazie al vostro menefreghismo costretto a scegliere la sedazione profonda"
Fabio Ridolfi
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7 Giugno 2022 - 18.41


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Fabio Ridolfi, da 18 anni immobilizzato a letto nella casa dei genitori a Fermignano (Pesaro Urbino) lancia il suo grido di dolore alla vigilia della sua decisione drammatica di avviarsi alla sedazione profonda in attesa della morte.

“Basta trattarci come cittadini di serie B, è assurdo che ci voglia più di un mese per individuare il farmaco mortale. Grazie al vostro menefreghismo sono costretto a scegliere la strada della sedazione profonda”. È arrabbiato dopo i ritardi nella procedura di suicidio assistito, per il quale ha i requisiti previsti dalla sentenza della Corte Costituzionale Cappato-dj Fabo.

Ai media, affiancato dal fratello Andrea e dall’Associazione Luca Coscioni, fa ascoltare un messaggio che ha scritto con il puntatore oculare. “È inaccettabile che l’Asl abbia comunicato la risposta 40 giorni dopo”, rimarca a proposito del parere favorevole del Comitato etico regionale. “In quell’arco di tempo sono stati fatti tre solleciti, mi hanno volutamente ignorato. Grazie al vostro menefreghismo – aggiunge – sono costretto a scegliere la strada della sedazione profonda permanente e con sospensione dei sostegni vitali per evitare di soffrire oltremodo a causa delle lungaggini burocratiche per ottenere il suicidio assistito”. 


“Vorrei dire alle persone che vivono come me – è l’appello di Fabio – di farsi sentire altrimenti le cose non cambieranno mai. É ora che in Italia si parli chiaramente di eutanasia. È atroce non poter decidere della propria vita, mentre aspetti dei mesi che altri lo facciano al posto tuo – conclude il 46enne – scegliere di morire è un diritto di tutti , ripeto di tutti, e spero che tutto questo serva ad aiutare anche quelli che vivranno la mia condizione”. 

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