Caro bollette, le famiglie in crisi soprattutto al sud: 1 su 3 è in povertà energetica
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Caro bollette, le famiglie in crisi soprattutto al sud: 1 su 3 è in povertà energetica

La crisi economica ed energetica ha travolto i nuclei familiari, che spesso devono scegliere se fare la spesa o pagare le bollette. Al sud la situazione più critica.

Caro bollette, le famiglie in crisi soprattutto al sud: 1 su 3 è in povertà energetica
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26 Marzo 2022 - 12.45


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Le continue crisi ed emergenze stanno gravando in maniera importante sull’economia delle famiglie italiane. Dal Covid all’emergenza energetica senza soluzione di continuità, trovare contromisure per le famiglie è diventato un’impresa.

Secondo l’elaborazione dell’Ufficio studi della Cgia di Mestre sui dati del Rapporto Oipe 20201, si stima che in Italia ci siano 4 milioni di nuclei in difficoltà. Famiglie che si trovano nell’impossibilità di procurarsi un paniere minimo di beni e servizi energetici; ovvero il riscaldamento, il raffrescamento, l’illuminazione, l’utilizzo di elettrodomestici. Anche il rialzo dei listini dei carburanti alla pompa è costato in soli 6 mesi agli italiani oltre 9 miliardi per i maggiori costi di rifornimento alle auto.

Spesso queste famiglie sono costrette a scegliere: o si mette assieme il pranzo con la cena o si pagano le bollette. A livello territoriale la situazione più critica si presenta nel Mezzogiorno, dove la frequenza della povertà energetica oscilla tra il 24 e il 36% delle famiglie di quel territorio. In Campania, ad esempio, il range va da almeno 519mila nuclei in difficoltà a quasi 779mila, in Sicilia da poco più di 481mila a 722mila e in Calabria da poco oltre le 191mila fino a quasi 287mila unità.

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Altrettanto critica, per la Cgia, è la situazione in altre regioni del Centrosud che registrano una frequenza della povertà energetica medio alta: tra il 14 e il 24%. In questa fascia ci sono la Puglia, con un numero di famiglie che oscillano tra le 223mila e le 383mila e la Sardegna, con una forchetta che varia da quasi 102mila fino a poco più di 174mila. Tra le regioni che, invece, si trovano nella fascia medio bassa (tra il 10 e il 14% di frequenza) il Lazio, il Piemonte, la Liguria, il Friuli Venezia Giulia e la Valle d’Aosta. Tra le realtà, infine, meno interessate da questo fenomeno, dove la forchetta oscilla tra il 6 e il 10%, la Lombardia, il Veneto, l’Emila Romagna, la Toscana e il Trentino Alto Adige.

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