Covid, Sileri: "Il greenpass non può e non deve essere eterno"
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Covid, Sileri: "Il greenpass non può e non deve essere eterno"

Il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri ha sottolineato l'importanza delle misure fin qui usate dal governo, ribadendo però la necessità di tornare alla totale e completa normalità.

Covid, Sileri: "Il greenpass non può e non deve essere eterno"
Pierpaolo Sileri
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10 Marzo 2022 - 14.35


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Con il 31 marzo finirà lo stato d’emergenza in Italia legato al Covid e ci si aspetta un ritorno alla normalità anche e soprattutto con la graduale sparizione del green pass.
A parlarne è stato il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri.

“Proseguirà nelle prossime settimane il processo di rimodulazione e rimozione delle misure restrittive” anti Covid “adottate per rallentare la circolazione del virus, dai distanziamenti alle mascherine al chiuso, dagli isolamenti alle quarantene, sino al Green pass, che ha svolto una importante funzione nel consentirci di svolgere con maggiore sicurezza le attività sociali ed economiche ma che non può e non deve essere eterno“. Lo ha evidenziato il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, ospite questa mattina di Radio Cusano Campus.

Sileri ha poi spiegato che “a fronte di un lieve incremento dei nuovi casi di positività riscontrati in Italia negli ultimi giorni non dobbiamo allarmarci eccessivamente: la variante Omicron circola ancora, insieme alle sue sottovarianti ancora più contagiose ma che non portano con sé un maggior rischio clinico. È importante quindi che le persone che hanno effettuato il ciclo primario di vaccinazione lo completino con la dose di richiamo, in modo da essere tutti più protetti quando, nel prossimo autunno, si dovesse verificare una ripresa più consistente della circolazione virale”.

Riguardo ai profughi che arrivano dall’Ucraina, il sottosegretario alla Salute ha ricordato che “tutti vengono sottoposti al tampone, con eventuale isolamento o quarantena, a tutti verrà offerta la vaccinazione contro il Covid, e tutti dovranno rispettare le norme sanitarie in vigore in Italia per il contenimento dell’epidemia. Un ruolo importante potrà essere svolto in questo senso dagli oltre 250 mila ucraini che già vivono e lavorano in Italia, che potranno aiutare questi loro sfortunati concittadini nel processo di integrazione e di rispetto delle regole”.

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