L'immunologo del Bambino Gesù: "Speriamo di vaccinare al più presto i piccoli sotto i 5 anni"
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L'immunologo del Bambino Gesù: "Speriamo di vaccinare al più presto i piccoli sotto i 5 anni"

Paolo Palma, responsabile di Immunologia clinica e vaccinologia dell'ospedale Bambino Gesù di Roma, commentando l'annuncio di Pfizer che ha presentato all'Fda la richiesta per l'autorizzazione del vaccino anti-Covid per i bambini dai 6 mesi ai 4 anni.

L'immunologo del Bambino Gesù: "Speriamo di vaccinare al più presto i piccoli sotto i 5 anni"
Paolo Palma immunologo del Bambino Gesù
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2 Febbraio 2022 - 19.00


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Covid, vaccinare anche i più piccoli? Sì è molto importante secondo molti medici.

“Speriamo di poter partire con le vaccinazioni contro Covid-19 anche per i bimbi dai 6 mesi a 4 anni d’età il prima possibile, perché la vaccinazione rappresenta lo strumento più efficace per contrastare l’infezione e per avere un impatto significativo sull’evoluzione della pandemia”.

Lo Paolo Palma, responsabile di Immunologia clinica e vaccinologia dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, commentando l’annuncio di Pfizer che ha presentato all’Fda la richiesta per l’autorizzazione del vaccino anti-Covid per i bambini dai 6 mesi ai 4 anni.

“Com’era prevedibile, le forme più gravi di Covid-19 si manifestano laddove non si può fare il vaccino. Ecco perché – racconta Palma – abbiamo registrato un aumento di forme infiammatorie anche gravi nei bambini molto piccoli non vaccinati. Malgrado la protezione indotta dalle altre vaccinazioni dell’età pediatrica, il bimbo piccolo che oggi non può ancora essere vaccinato contro Covid ha un rischio maggiore di sviluppare l’infezione anche rispetto alle varianti del virus Sars-CoV-2″.

“Anche la sindrome infiammatoria multisistemica (Mis-C) che prima era un problema causato dal Covid nei ragazzi tra i 12 e i 16 anni, ora si manifesta nella fascia 5-11 non ancora vaccinata e nei bambini più piccoli. Se copriremo bene questa fascia di età con la vaccinazione – rimarca – potremo ridurre significativamente il rischio di sviluppare le forme più gravi della malattia”.

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