Un fascista perseguita per mesi un'attivista contro la violenza di genere: divieto di avvicinamento
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Un fascista perseguita per mesi un'attivista contro la violenza di genere: divieto di avvicinamento

Nel provvedimento emerge come la vittima sia stata minacciava e aggredita verbalmente più volte con frasi come 'W i femminicidi' o 'La guerra è aperta…devi soffrire…mi diverto a farti soffrire'.

Un fascista perseguita per mesi un'attivista contro la violenza di genere: divieto di avvicinamento
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30 Novembre 2021 - 17.10


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Ad un uomo 50enne di Corsico è stato vietato di avvicinarsi e di comunicare con una donna di 53 anni che stava perseguitando da mesi a causa delle attività della vittima, che si occupa di aboratori e progetti culturali e di sensibilizzazione, tra cui la lotta alla discriminazione di genere e al femminicidio.

Nel provvedimento emerge come la vittima sia stata minacciava e aggredita verbalmente più volte con frasi come ‘W i femminicidi’ o ‘La guerra è aperta…devi soffrire…mi diverto a farti soffrire’. Minacce iniziate lo scorso febbraio e che hanno determinato nella donna uno stato di ansia e paura, oltre che timore per sé e la sua famiglia, tanto da modificare le proprie abitudini.

Nonostante l’invito esplicito a non contattarla più, l’uomo “manifestava la propria aggressività, cominciando a minacciare la persona offesa, inviandole dei messaggi dal contenuto offensivo e minatorio, delle immagini raffiguranti Mussolini nonché definendola ‘comunistella’”. Insulti ed espressioni di odio sono state rivolte contro comunisti e partigiani, il tutto insieme a frasi inneggiamenti al fascismo e alle SS. 

Durante la perquisizione sono state sequestrate a casa del 50enne, tra gli altri oggetti, sette spade, venti pugnali con lame anche di 20 centimetri, due mannaie, un’ascia, una mazza ferrata, manganelli con la scritta ‘boia chi molla” o ‘anestesia rapida’, alcuni busti del Duce, statuette rappresentanti il fascio littorio e una bandiera con fregio fascista. 

L’uomo, che soffre di disturbo della personalità, “ha sostanzialmente ammesso i fatti”, precisando di aver assunto un atteggiamento prima amichevole e poi minatorio, per sfogare il suo stato di frustrazione. “Avendo appreso che la persona offesa è sposata ed ha un orientamento politico di estrema sinistra, in contrasto con l’ideologia politica dell’indagato, questi – spiega il giudice Salvini – ha iniziato a covare un profondo senso di rabbia, misto ad una profonda delusione nei suoi confronti, inviandole messaggi intimidatori e tagliando le ruote della sua auto e di quella del marito”. 

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