Continuano gli arresti per i falsi green pass: in manette un medico a Ravenna che ha ammesso le simulazioni
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Continuano gli arresti per i falsi green pass: in manette un medico a Ravenna che ha ammesso le simulazioni

Il 64enne Passarini ha finto l'inoculazione a circa quaranta No vax, che si sono recati da lui appositamente anche da altre Regioni

Continuano gli arresti per i falsi green pass: in manette un medico a Ravenna che ha ammesso le simulazioni
Falsi green pass
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27 Novembre 2021 - 11.36


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I medici sono gli esperti a cui noi ci affidiamo per avere informazioni e rassicurazioni sui vaccini, ma a quanto pare alcuni di loro non assolvono a questo importantissimo compito che hanno nei confronti della collettività e anzi rischiano di metterla in pericolo.

Ha confermato di aver simulato alcune vaccinazioni anti-Covid, ma ha negato di aver preso soldi per farlo.

Sono le nuove rivelazioni fatte al gip da Mauro Passarini, il 64enne medico di base vaccinatore originario di Bologna ma da tempo residente sul litorale ravennate, arrestato dalla polizia a Marina di Ravenna il 10 novembre. E’ accusato di avere simulato vaccinazioni Pfizer per fare ottenere a decine di no vax il Green pass.

Passarini, che ora si trova ai domiciliari, ha precisato che degli oltre 290 pazienti da lui vaccinati, sicuramente ha simulato la vaccinazione di tutti quelli – una quarantina – venuti apposta da fuori Regione (nell’elenco figurano ad esempio province come Belluno, Torino, Udine, Venezia).

Ha poi spiegato, come riporta la stampa locale, la genesi dell’idea delle vaccinazioni simulate: maturata durante alcuni corsi di meditazione a Padova nei quali gli erano stati presentati diversi No vax.

Ha quindi ribadito di non avere mai preso un soldo: nemmeno quei 1.555 euro trovati nelle sue tasche il 17 ottobre dopo la prima perquisizione della Mobile ravennate in occasione della seconda dose a una bimba accompagnata apposta al suo ambulatorio a Marina di Ravenna dal padre bellunese no vax (fatto da cui era scattata l’inchiesta).

La Procura ravennate ha delegato alla Scientifica l’esame per la ricerca di eventuali impronte sulle banconote del No vax arrivato con la figlia dal Bellunese.

Da ultimo Passarini ha aggiunto che alcuni dei No vax che avevano ricevuto due dosi simulate, ma registrate nel sistema informatico ministeriale, dopo la prima perquisizione al suo ambulatorio si erano spaventati ed erano andati da lui per chiedere una terza dose di nascosto ma stavolta reale: lui aveva così usato le ultime fiale Pfizer ritirate dall’Ausl Romagna.

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