Assalto dei no vax al pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma: il racconto scioccante del primario
Top

Assalto dei no vax al pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma: il racconto scioccante del primario

La testimonianza di Francesco Pugliese al Corriere: "I malati erano terrorizzati, mai vista tanta furia". Una violenza cieca"

Pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma
Pronto soccorso del Policlinico Umberto I di Roma
Preroll

globalist Modifica articolo

11 Ottobre 2021 - 09.25


ATF

L’ira dei fascisti a Roma, nel giorno dell’assalto alla sede della Cgil guidato dal partito Forza Nuova, non si è limitata solo a quello: anche il pronto soccorso del policlinico Umberto I è stato teatro di disordini.
“La sala emergenze era isolata, se fosse arrivato un paziente grave, in quei minuti l’accesso sarebbe stato impedito. Mai vista una tale furia”. È il racconto di Francesco Pugliese, direttore del pronto soccorso del Policlinico Umberto I, sull’incursione no vax nel suo ospedale, in una breve intervista al Corriere della Sera. E spiega:
“Avevamo questo paziente, arrivava dalla manifestazione, ma rifiutava i trattamenti, persino il tampone. Inveiva contro il personale. Dieci persone si erano radunate fuori dal pronto soccorso per lui, come fossero venuti a liberarlo. La tensione è salita quando sono diventati quaranta, parenti, amici, ma anche no vax e no green pass a sentire quello che urlavano… insulti irripetibili, minacce. Mai i colleghi si erano sentiti addosso parole di tale violenza. Cieca. Pura. Eppure parliamo di personale formato, con anni di esperienza, sanno gestire tossici, ubriachi, pazienti psichiatrici. Queste persone hanno fatto irruzione nell’area accettazione, in pratica isolando la sala rossa, quella dei pazienti critici. Se fosse arrivata un’urgenza in quei minuti….”.
Il primario racconta l’assalto al pronto soccorso
“Prima che arrivasse la polizia, nella zona sanitaria c’è stato l’assalto vero, con i medici, gli infermieri, le guardie che tentavano di respingere queste persone. Aggressioni, spintoni, bottiglie lanciate addosso. Hanno rotto la porta d’ingresso del pronto soccorso, ci sono stati altri danni, ma soprattutto hanno costretto il personale a barricarsi dietro le porte blindate della sala gialla. Era piena di pazienti, anche loro terrorizzati. Una rabbia mai vista, in un luogo dove si curano malati, moribondi. Un pronto soccorso è come la Croce rossa in zona di guerra: sacro, intoccabile”.

Native

Articoli correlati