I motivi del rinvio a giudizio per Zaki: punito per un articolo sulla persecuzione dei Cristiani d'Egitto
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I motivi del rinvio a giudizio per Zaki: punito per un articolo sulla persecuzione dei Cristiani d'Egitto

“Ogni mese si verificano tra gli otto e i dieci dolorosi incidenti a danno dei copti”: scriveva Zaki nel 2019.

Patrick Zaki
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15 Settembre 2021 - 09.54


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I mesi passano e Zaki è costretto a trascorrere altro tempo in modo inaccettabile in carcere in Egitto.

Nell’udienza che lo ha riguardato ieri, le parti si sono riaggiornate per il 28 settembre.

“Non passa mese senza tragici episodi ai danni dei copti, i cristiani d’Egitto, dai tentativi di espatrio nell’Alto Egitto, ai rapimenti, alla chiusura di chiese o agli attentati dinamitardi e simili”. È una delle frasi dell’articolo pubblicato sul sito Daraj e sulla base del quale Patrick Zaki è stato rinviato a giudizio.

“Questo articolo è un semplice tentativo di rilevare incidenti in una sola settimana dei diari copti egiziani” aggiungeva nel 2019 firmandosi “Patrick George, un ricercatore egiziano”.

“Ogni mese si verificano tra gli otto e i dieci dolorosi incidenti a danno dei copti” sosteneva il cristiano Patrick prendendo spunto da “un gigantesco atto terroristico” che costò la vita a 14 uomini delle di sicurezza egiziane: in quell’occasione gli abitanti di una città “protestarono contro la decisione dell’esercito” di intitolare una scuola a una recluta cristiana. “Un razzismo sistematico esercitato dagli abitanti del villaggio che i responsabili non hanno affrontato, cedendo alle pressioni della folla”.

Un altro caso descritto da Patrick è quello di un processo per una disputa ereditaria intentato dalla sua attuale legale, Hoda Nasrallah, non tanto per se stessa “ma per il bene di ogni donna cristiana” che affronta “ingiustizie” a causa della legge egiziana in vari campi, dal divorzio alle successioni.

“Molti uomini cristiani approfittano del mancato riconoscimento della religione cristiana da parte della giustizia egiziana nella sua legislazione sull’eredità” denunciava il ricercatore.

Il testo, che segnalava anche il caso di un giudice che aveva “respinto la testimonianza” di un ingegnere “perché è copto”, manca però di evidenziare come la comunità cristiana d’Egitto appoggi convintamente a tutti i livelli il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, considerandolo un loro difensore nei confronti della cristianofoba Fratellanza musulmana e dei tagliagole dinamitardi dello Stato islamico.

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