Il ministro Bianchi parla della Maturità: "È un esame a pienissimo titolo, non è una formula light"
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Il ministro Bianchi parla della Maturità: "È un esame a pienissimo titolo, non è una formula light"

Il ministro dell'Istruzione: "Ragazzi, non sarete bollati come quelli del Covid". Prova solo orale, niente scritti, per oltre 500mila studenti. Avanti con gli esami fino a metà luglio

Maturità, covid
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16 Giugno 2021 - 09.21


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E’ stato il ministro dell’Istruzione in persona, Patrizio Bianchi, ad augurare i primi in bocca al lupo agli oltre 540 mila studenti che da mercoledì 16 giugno affrontano l’esame di maturità.
“Buongiorno ragazzi, è un momento importante per la vostra vita, è un passaggio. E’ l’esame di Stato, non è un esamino. I ragazzi discuteranno la loro tesi con la commissione, fatta dai loro professori e da un presidente esterno. Cosa succederà in futuro lo vedremo senza pregiudizi. Non verrete bollati come quelli del Covid, misurate voi stessi”.
Un esame “non di serie B”, ha tenuto a precisare lo stesso ministro. “È un esame a pienissimo titolo, non è una formula light”, 
Le regole: dall’elaborato alla discussione su un testo di letteratura
Ingressi scaglionati, obbligo di distanziamento e mascherine: avanti con la prova di maturità fino alla prima metà di luglio. E’ il secondo esame di Stato in era Covid: nessuna prova scritta, solo orale come già avvenuto l’anno scorso. Per ogni classe saranno esaminati cinque maturandi al giorno. La prova orale durerà circa un’ora ed è suddivisa in varie parti: l’elaborato, l’interrogazione su un testo di italiano , l’analisi dei materiali della commissione e, infine, una sorta di colloquio sull’esperienza scuola-lavoro.
Nel dettaglio, il colloquio orale di circa un’ora parte dalla discussione di un elaborato, un lavoro assegnato ai ragazzi del quinto anno dai professori sulla base del percorso svolto e delle discipline caratterizzanti l’indirizzo di studi. L’elaborato ha forme diverse in modo da tenere conto della specificità dei diversi indirizzi di studio, della progettualità delle istituzioni scolastiche e delle caratteristiche della studentessa o dello studente in modo da valorizzare le peculiarità e il percorso personalizzato compiuto. Ci sono, ad esempio, lingua e cultura latina e lingua e cultura greca per il liceo classico, matematica e fisica per il liceo scientifico, lingua e cultura straniera per il liceo linguistico.
Il colloquio prosegue con la discussione di un testo già oggetto di studio nell’ambito dell’insegnamento di lingua e letteratura italiana, con l’analisi di materiali (un testo, un documento, un’esperienza, un problema, un progetto) predisposti dalla commissione con trattazione di nodi concettuali caratterizzanti le diverse discipline. E poi, spazio all’esposizione dell’esperienza svolta nei Pcto (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento).    
Per quanto riguarda la valutazione dei maturandi, il credito scolastico sarà attribuito fino a un massimo di 60 punti, di cui fino a 18 per la classe terza, fino a 20 per la classe quarta e fino a 22 per la classe quinta.
Con l’orale verranno assegnati fino a 40 punti. La valutazione finale sarà espressa in centesimi, sarà possibile ottenere la lode.    
Nella conduzione dei colloqui si tiene conto delle informazioni contenute nel curriculum dello studente, che comprende il percorso scolastico, ma anche le attività effettuate in altri ambiti, come sport, volontariato e attività culturali. 
Massimo 5 maturandi al giorno per ogni classe 
Il numero di candidati che sostengono il colloquio non può essere superiore a 5 per giornata e l’ordine di convocazione è in base alla lettera alfabetica stabilita dal sorteggio dalle singole commissioni. L’ammissione dei candidati è stata disposta, in sede di scrutinio finale, dal consiglio di classe.     
Anche quest’anno, come lo scorso anno, le commissioni sono composte da un presidente esterno e da sei membri interni. Secondo i dati resi noti dal ministero dell’Istruzione, le commissioni sono complessivamente 13.349, per un totale di 26.547 classi coinvolte.    
Per il secondo anno consecutivo gli studenti devono fare i conti con il rispetto del Protocollo di sicurezza per il Covid. Riconfermato a grandi linee quello dell’anno scorso, con una precisazione riguardo le mascherine: in base alle indicazioni dell’Istituto superiore di sanità, infatti, è obbligatorio usare quelle chirurgiche e non più di comunità (come era consentito invece nel 2020), mentre sono sconsigliate per un uso prolungato le Ffp2.    
Per il resto, il Protocollo prevede le stesse direttive dell’anno scorso come il distanziamento di almeno due metri tra il candidato e ogni membro della commissione, l’igienizzazione delle mani, l’uso limitato degli accompagnatori nei locali scolastici, l’esame a distanza nel caso lo studente sia in quarantena.
L’allarme del ministro
“Abbiamo il più basso tasso di scolarità e di raggiungimento di un risultato”, è l’allarme lanciato da Bianchi, secondo il quale “dobbiamo ampliare il numero di coloro che vanno agli istituti tecnici professionali e superiori e alle università. Dobbiamo portare di più i ragazzi a scuola e mantenere anche gli adulti in un’attività di formazione permanente, anche loro devono continuare a studiare”.
“Dobbiamo tornare alla normalità ma quella del passato non andava a bene – ha sottolineato ancora il ministro – noi eravamo il Paese d’Europa con il più alto tasso di dispersione scolastica, il Covid ha esasperato e messo a nudo questo fattore. Da questa estate la scuola deve essere nazionale, deve dare uguali opportunità a tutto il Paese, usando tutti gli strumenti a disposizione, per avere una capacità di vivere insieme”.
L’anno prossimo, ha aggiunto, “sarà costituente, sarà una scuola in presenza sapendo usare tutti gli strumenti. Ne parleremo al G20 per capire come si esce da questo momento di sospensione del mondo”.

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