Da oggi 40 milioni di italiani senza coprifuoco (ma con la mascherina)
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Da oggi 40 milioni di italiani senza coprifuoco (ma con la mascherina)

Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia e la Provincia Autonoma di Trento lasciano la zona gialla. Speranza: "Dobbiamo insistere su questa strada con prudenza e gradualità".

Zona bianca
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14 Giugno 2021 - 07.26


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Il passaggio alla normalità in Italia è quasi completato: ben due terzi della popolazione è infatti da oggi in zona bianca: abolito il coprifuoco, ma ancora obbligo di indossare la mascherina.

“Da oggi oltre 40 milioni di italiani saranno in ‘zona bianca’. L’Italia ha, attualmente, uno dei migliori dati europei sull’incidenza. E’ un risultato incoraggiante che ci consente di guardare avanti con più fiducia. Dobbiamo insistere su questa strada con prudenza e gradualità. Oggi più che mai occorre conservare le corrette abitudini per non vanificare i tanti sacrifici fatti”.

Queste le parole del Ministro della Salute, Roberto Speranza, che venerdì scorso ha firmato l’ordinanza che porta altre sei regioni – Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia e la Provincia Autonoma di Trento – a fare il loro ingresso nella fascia più libera dalle restrizioni anti Covid, a eccezione dell’obbligo di mascherina e del distanziamento. 

“Se ci sarà un aumento dei contagi” legato alla variante indiana “anche noi dovremo tornare alla quarantena per chi arriva dall’Inghilterra. Ma valuteremo. Per ora non c’è motivo di pensare ritardi nelle riaperture” in Italia, ha detto a Carbis il presidente del Consiglio, Mario Draghi.

Passare in zona bianca significa anche non avere più il limite per il rientro a casa, come ben sanno le regioni che sono già diventate di questo colore.

I primi a finire nella fascia di minori restrizioni il 31 maggio sono stati gli abitanti di Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Molise.
A queste tre regioni se ne sono aggiunte altre quattro lunedì 7 giugno, dopo aver raggiunto l’ambita meta dei tre monitoraggi settimanali consecutivi con un’incidenza sotto la soglia di rischio di 50 casi per centomila abitanti.

Si tratta di Abruzzo, Liguria, Veneto e Umbria. Poi c’è stato il monitoraggio di venerdì 11 giugno, alle regioni con numeri da bianco già da molti giorni: Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Emilia Romagna e Provincia di Trento.

L’Italia sarà poi tutta bianca (con eccezione della Val d’Aosta) lunedì 21 giugno, con l’ingresso di Sicilia, Marche, Toscana, Provincia di Bolzano, Calabria, Basilicata e Campania.

Alla Val d’Aosta, il cui conto alla rovescia è iniziato con il monitoraggio di venerdì scorso, essendo scesa sotto quota 50 solo poco tempo fa, toccherà aspettare fino al 28 giugno. Per allora, salvo risalite repentine della curva epidemica per ora non all’orizzonte, tutta la Penisola sarà bianca. Il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, lo ha confermato nella conferenza stampa di venerdì scorso: sulla base degli ultimi dati, “la previsione fatta qualche giorno fa di arrivare a fine giugno con tutte le regioni in zona bianca crediamo si possa realizzare”.
Il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, ha puntualizzato che entrare in zona bianca “vuol dire che non ci sarà più il coprifuoco e avremo maggiore libertà. Ma non vuol dire che non dobbiamo più stare attenti.

“Per vivere questa libertà e poterne godere appieno abbiamo il dovere di continuare ad essere prudenti. Indossiamo la mascherina, evitiamo gli assembramenti e viviamo questo momento con grande senso di responsabilità”.

Di fatto due cittadini su tre vivranno in regioni dove le restrizioni sono ridotte al minimo: smettono infatti di applicarsi le misure che regolano tutte le attività nelle altre zone, compreso il coprifuoco che nel resto d’Italia sparirà il 21 giugno.

In vigore restano sostanzialmente l’obbligo del distanziamento di almeno un metro, l’utilizzo della mascherina, l’igienizzazione delle mani e il divieto di assembramento, sia all’aperto che al chiuso. Dal Dpcm del 2 marzo, che ha introdotto la zona bianca, sono però state approvate una serie di regole che valgono anche nelle regioni che si trovano in questa fascia.

Feste con il green pass – Nelle zone bianche è consentito organizzare feste private successive a cerimonie religiose o civili, dunque matrimoni, cresime, comunioni, battesimi ma anche compleanni, feste di laurea e anniversari.

Per parteciparvi però (esattamente come avverrà in zona gialla da martedì 15 giugno) bisognerà avere una delle 3 certificazioni verdi previste dai decreti attualmente in vigore: certificato di vaccinazione – che vale 9 mesi a partire dal completamento dell’intero ciclo, dunque anche con la seconda dose, oppure dal 15/esimo giorno dopo la prima dose fino alla somministrazione della seconda – certificato di guarigione, che ha validità 6 mesi, tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti la partecipazione all’evento.

Nel Dcpm che dovrà essere approvato nei prossimi giorni è previsto che la verifica delle certificazioni spetta “ai soggetti che erogano i servizi per fruire dei quali è prescritto il possesso di certificazione verde e gli organizzatori di eventi ed attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso della medesima certificazione, nonché i pubblici ufficiali”.

Ristoranti al chiuso –  Dopo un confronto tra regioni e governo, è stato stabilito con un’ordinanza firmata del ministro della Salute Roberto Speranza il 4 giugno scorso che fino al 21 giugno in zona bianca “il consumo al tavolo negli spazi al chiuso è consentito per le attività dei servizi di ristorazione per un massimo di 6 persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi”.

Discoteche – Il Dpcm del 2 marzo che definisce le misure per la zona bianca afferma che “restano sospese le attività che abbiano luogo in sale da ballo, discoteche e locali assimilati, all’aperto e al chiuso”.

Di fatto dunque, le discoteche potranno aprire ma solo per l’attività di ristorazione e somministrazione, mentre resta vietato ballare in pista.

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