Dal ponte Morandi alla funivia: i frutti avvelenati della cultura della irresponsabilità e del profitto
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Dal ponte Morandi alla funivia: i frutti avvelenati della cultura della irresponsabilità e del profitto

Le prime indiscrezioni sulla indagine per i morti della funivia fanno emergere la scelta di tenere aperto nonostante si sapesse che c’erano dei guasti. Non chiamatela fatalità.

La funivia
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Gianni Cipriani Modifica articolo

26 Maggio 2021 - 07.44


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Le indagini sono appena cominciate, ma la rapidità con cui la procura di Verbania ha disposto i tre fermi fa pensare che in questo caso ci sia la ‘pistola fumante’.
E se le prime ammissioni e indiscrezioni saranno confermate significa che la tragedia della funivia è stata provocata dalla irresponsabile scelta di tenere aperto un impianto che doveva essere chiuso e messo in sicurezza.
Ma prima della vita veniva la voglia di profitto. Un alibi perfetto che in questo caso come in altri viene giustificato con il bisogno di lavorare e tante altre frasi fatte come il non si può morire di fame, i dipendenti che dovrebbero andare a casa… 
Da qui – a quanto emerge – la scelta irresponsabile di manomettere l’impianto per impedire che i guasti facessero fermare le cabine.
“Andiamo avanti, mica possiamo chiudere adesso che la stagione è appena cominciata…”.
Un tragico parallelo con la cultura del profitto e della faciloneria che ha provocato la strage del ponte Morandi. Controlli pochi e fatti male, investimenti minimi, la consapevolezza del rischio e la decisione di chiudere non uno ma due occhi facendo finta di ignorare che prima o poi sarebbe accaduto l’inevitabile crollo.
Il tutto mentre in questo paese ogni anno ci sono centinaia tra morti e feriti sul lavoro, molti dei quali causati dal fatto che operai o addetti lavoravano o erano costretti a lavorare senza rispettare le norme di sicurezza o svolgendo mansioni che non avrebbero dovuto svolgere.
La cultura dell’irresponsabilità e del profitto non è così minoritaria nella nostra classe imprenditoriale. 
I furbi sono tanti, i controlli pochi.
E di fronte a questo scenario le ipotesi che vorrebbero una ulteriore ‘deregulation’, minori controlli nel nome della produttività e della fretta rischiano di diventare di fatto criminali.
Il partito del no ai controlli, del ‘fidiamoci’ e lasciamo lavorare, della flessibilità dietro la quale si nasconde lo sfruttamento deve essere sconfitto.
Altrimenti l’altro ieri ponte Morandi, ieri i morti sul lavoro che vengono raccontati in poche righe sui giornali, oggi la funivia. E domani?

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