L'Italia riapre: si va verso una zona gialla generale (tranne la Valle d'Aosta)
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L'Italia riapre: si va verso una zona gialla generale (tranne la Valle d'Aosta)

I numeri consolidano un calo di contagi e ricoveri ormai consolidato. Abbandonato il parametro dell'Rt, che sarà rimpiazzato dall'incidenza e dai carichi ospedalieri

Italia in zona gialla
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14 Maggio 2021 - 07.41


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Si torna a respirare la normalità in quasi tutta Italia, cominciando a vedere una luce in fondo al tunnel. Tutte le regioni, ad eccezione Val d’Aosta, saranno in zona gialla dopo il monitoraggio di oggi.

La Valle d’Aosta, come riporta Paolo Giorgi dell’Agi, è in arancione da una sola settimana: stando all’ordinanza firmata venerdì scorso dal ministro Speranza dovranno passare altri sette giorni, ma una deroga è possibile. Deciderà il ministro.

Tutto il resto delle Regioni ha indicatori da zona gialla, se non bianca: è il caso di Friuli, Molise e Sardegna, che hanno già un’incidenza sotto i 50 casi per centomila abitanti, ma la norma prevede che debbano passare tre settimane per finire nella fascia di minor rischio, come capitato alla Sardegna il 28 febbraio, prima e unica Regione finora a finire in zona bianca (per poi però peggiorare rapidamente fino al rosso).

Mentre le uniche Regioni che, fino a giovedì, avevano un’incidenza superiore ai 150 casi per centomila (che probabilmente con i prossimi criteri sarà la soglia per finire in arancione) sono proprio la val d’Aosta (165) e la Campania (sul filo a 153).

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Ma questi parametri non saranno sicuramente ancora in vigore domani.

Quanto ai ricoveri, tornata l’Italia ampiamente sotto soglia di rischio sia per le terapie intensive (22% di occupazione posti letto, contro una soglia del 30%) che per i ricoveri ordinari (23% contro una soglia del 40%), solo in Lombardia e Toscana si sfora di poco il limite (con rispettivamente il 32% e il 31%) per le intensive, e solo in Calabria (41%) per i ricoveri in reparto.

I numeri insomma fotografano un calo ormai consolidato (-19% di contagi negli ultimi 7 giorni rispetto alla settimana precedente, e ricoveri pressoché dimezzati), a ormai 18 giorni dalle riaperture di fine aprile.

L’incognita, ancora una volta (forse l’ultima), sarà l’indice Rt, ormai sul banco degli imputati e in procinto di essere rimpiazzato come parametro principale da altri dati, dall’incidenza ai carichi ospedalieri.

La scorsa settimana era in crescita per il terzo monitoraggio di fila a 0,89, con molte regioni oltre lo 0,9 e a ridosso del fatidico 1, che rimanderebbe in automatico in arancione (da cui l’appello dei governatori a rivedere il sistema).

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Tuttavia il parametro già oggi è bilanciato dal livello di rischio, che tiene conto di molti altri fattori: quando è considerato basso, anche un Rt sopra 1 nel suo valore minimo di confidenza può permettere di rimanere in giallo, come capitato alla Campania non più tardi di due settimane fa. 

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