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Riaperture a maggio: il Pd sposa la linea della prudenza

Il ministro del Lavoro: "Bisogna arrivare con tempi certi defininendo percorsi cchiari agli operatori, senza sparare date a caso e annunciare che ci saranno delle aperture senza averle preparate"

Andrea Orlando, ministro del Lavoro
Andrea Orlando, ministro del Lavoro

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15 Aprile 2021 - 12.50


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L’argomento pregnante di queste ultime ore è senza ombra di dubbio il riavviamento delle attività produttive in Italia nonché oggetto del confronto tra governo e regioni.
Il Pd sembra sposare la linea della prudenza.
Il ministro del Lavoro, Andrea Orlando ha affermato che è necessario “arrivare con tempi certi a un progressivo allentamento in linea con il miglioramento dei dati. Il rischio di arrivarci e poi non gestire con progressività le aperture può generare un effetto boomerang che va in tutti i modi evitato, perché non si farebbe né il bene delle persone dal punto di vista sanitario, né dell’economia”.
Sulle riaperture, ha continuato Orlando, “c’è stata una discussione che è partita da punti di vista differenti, ma che poi è arrivata sempre a un equilibrio condiviso” ma continuare a far vivere i punti differenti “anche nel dibattito pubblico rischia di creare disorientamento. Quando si arriva a un punto di equilibrio, questo va difeso e deve essere quello con cui si dà un messaggio chiaro alle imprese, al mondo della sanità e ai cittadini”.
“Un conto è definire percorsi che diano certezza agli operatori, un conto è sparare date a caso e annunciare che ci saranno delle aperture senza averle preparate. Il nostro compito è quello di prepararle, non di annunciarle”, ha rimarcato Orlando. Per quanto riguarda gli aiuti, ha poi precisato, la discussione in seno al governo ieri “si è incentrata tutta su come mirare meglio l’intervento” a sostengo delle imprese “e quindi renderlo più selettivo, tenendo conto anche della differenza dell’andamento delle imprese”.
“Il ministro Franco – ha spiegato – ha però fatto notare come tutti gli interventi di carattere selettivo implichino procedure che possano rallentare l’erogazione. Siccome dobbiamo fare bene ma anche presto, perché i soldi rischiano di arrivare quando le imprese hanno chiuso, dobbiamo trovare un punto di equilibrio tra queste esigenze: far corrispondere il contributo a una situazione di effettiva difficoltà al creare percorsi di verifica che siano abbastanza veloci da rendere tempestivo l’intervento stesso”.

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