Rasi (ex direttore dell'Ema) sullo stop di J&J: "Da valutare l'impatto psicologico sulla campagna vaccinale"
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Rasi (ex direttore dell'Ema) sullo stop di J&J: "Da valutare l'impatto psicologico sulla campagna vaccinale"

Lo stop degli Usa preoccupa, ma "il nesso tra vaccino e trombosi non è ancora stato trovato. Mi aspetto che in 1-2 giorni l'Ema si pronunci per far ripartire tutto"

Guido Rasi
Guido Rasi
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14 Aprile 2021 - 07.50


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Lo stop degli Usa per l’esportazione dei vaccini Johnson&Johnson ha smosso le opinioni di tutti gli addetti ai lavori.

Ognuno auspica una veloce ripartenza, visti gli irrilevanti casi di trombosi per cui non è stato trovato ancora un nesso.

“Se si tratta di un paio di giorni sarà un impatto molto assorbibile, ma bisogna vedere l’impatto psicologico”, ha detto Guido Rasi, ex direttore Ema, ad Agorà, commentando le ripercussioni che potrà avere lo stop di Johnson&Johnson sulla popolazione. 

“Mi pare che AstraZeneca lo stavamo superando – ha osservato – e qui con J&J ci sono ancora meno casi. Spero che l’impatto si assorba, altrimenti diventa un problema”.

“Il pronunciamento dell’Ema ci vuole”, continua Rasi. “Io mi aspetto che tra 1 o 2 giorni l’Ema si pronunci. Potremmo posizionare il vaccino Johnson & Johnson agli over 60, ma non c’è motivo di fermarlo”. “Il nesso definitivo” tra il vaccino
Johnson & Johnson e i casi di trombosi “non è ancora stato provato” e, comunque, “sono 6 casi su 7 milioni”. 

Un numero di casi che “ha fatto dire a Fauci che c’è un eccesso di cautela da parte delle autorità americane, ci sembra un pò difficile da spiegare. Sono casi ancora più rari di quelli di AstraZeneca e tra l’altro un solo caso fatale su 7 milioni”, conclude l’ex direttore Ema. 

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