Se sei donna in Italia persino un colloquio al supermercato diventa l’ennesimo pretesto per battute sessiste
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Se sei donna in Italia persino un colloquio al supermercato diventa l’ennesimo pretesto per battute sessiste

Un caso di sessismo mascherato da domanda innocente, l'ennesima sfida con cui le donne devono confrontarsi, e rischiare anche il posto di lavoro

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5 Dicembre 2020 - 15.19


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La questione è scoppiata ieri: una donna, in Lombardia, risponde a un annuncio della Carrefour per candidarsi a una posizione di lavoro in uno dei supermercati della catena. Il lavoro è nel reparto macelleria, e la candidata è una cuoca. Dopo aver inviato il curriculum e aver specificato di saper maneggiare la carne, arriva una risposta secca: “La salsiccia?”.

La conversazione viene troncata, il post segnalato a Carrefour Italia. Perché se davanti a una professionista della ristorazione che ti ha appena dato tutte le informazioni di cui hai bisogno chiedi una cosa così, o sei stupido o sei in mala fede. E d’altronde siamo in Italia, dove una donna, se cerca lavoro, come minimo deve aspettarsi domande come “non vuoi figli, vero?”, “sei fidanzata?”, e altre molestie travestite da domande innocenti.

Molestie, perché di questo si tratta: e tutto quello che viene dopo, ha l’aria di una giustificazione.

Scrive infatti il Carrefour di Cesate in un post (poi rimosso): “Sulla questione della salsiccia mi sembra che ci si è voluto ricamare troppo: noi somministriamo un questionario a chi si presenta come un NON ESPERTO IN MACELLERIA. Chiediamo IN AUTOMATICO se sanno fare le seguenti cose: 1) salsiccia? 2) altri lavorati della carne? 3) se conoscono tecniche di vendita da banco. La signora cui sono state chieste le domande ha preferito non risponderci e DIFFAMARCI”.

Al di là del fatto che un questionario automatico su Messenger appare difficile da credere, come anche che proprio alla salsiccia, guarda caso, venga data questa rilevanza e gli altri ‘lavorati della carne’ vengano messi in un unico grande insieme senza alcuna distinzione, questa risposta non è in linea con quanto comunicato con Carrefour Italia, che si è scusata (rispondendo alla giornalista Selvaggia Lucarelli, che ha riportato l’episodio): “Siamo profondamente dispiaciuti. Questi messaggi si discostano totalmente dai nostri valori. Combattiamo qualsiasi tipo di discriminazione o violenza e abbiamo avviato immediatamente un’indagine interna al negozio in franchising per verificare e prendere opportuni provvedimenti”.

Se sarà vero, lo sapremo col tempo. Ma ciò che rimane, al di là dell’ennesimo episodio di sessismo mascherato da incomprensione, è che la signora, che Globalist ha raggiunto telefonicamente, ora ha una concreta preoccupazione: “Hanno il mio curriculum, e adesso mi accusano di averli diffamati. Io ho segnalato la cosa perché era una risposta offensiva, e adesso temo che i miei dati possano girare, anche in altri supermercati, e che diventi per me difficile trovare lavoro. Io ho sempre lavorato nel campo della ristorazione, sono in Lombardia e la situazione, come sappiamo, è quella che è. Carrefour ha inviato un messaggio di scuse automatico, e il post del Carrefour di Cesate è stato rimosso. Adesso vedremo che succede”.

Vedremo, sì. Vedremo soprattutto se si capirà finalmente che mai dovrebbe essere consentito un atteggiamento cameratesco e intimidatorio nei confronti delle donne che stanno cercando un impiego, e meno che mai in un momento simile.

 

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