Ippolito (Spallanzani): "Va messo in ordine il sistema sanitario nazionale"
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Ippolito (Spallanzani): "Va messo in ordine il sistema sanitario nazionale"

Il direttore scientifico Giuseppe Ippolito: "I soldi che ci saranno a disposizione sono talmente tanti che c'è un'alta probabilità di sprecarli".

Giuseppe Ippolito
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10 Novembre 2020 - 16.27


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Il direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, ha fatto il punto sull’importanza di non sprecare l’occasione dei tanti fondi in arrivo per la anità grazie al Recovery Fund, possibilità che – dice – è alta perché “I soldi saranno talmente tanti”: “Noi abbiamo bisogno di usare questa occasione per rifare il servizio sanitario – e spero che questo serva a rimettere in ordine la sanità e a non farci criticare – ma anche per un nuovo modello di ricerca sulla salute. Per fare questo ci vuole coraggio”.
“La pandemia – ha spiegato intervenendo alla XV Edizione del Forum Meridiano Sanità, che si tiene quest’anno in versione digitale – ci porta a scoprire la trasversalità della scienza, e sarà una brutta botta per gli infettivologi che pensavano di essere gli unici depositari della gestione: apre modelli d’indagine sulle malattie che sono totalmente diversi; mostra la necessità delle piattaforme, perché noi abbiamo ancora un’idea medievale della ricerca”. E, infine, evidenzia la necessità di una “messa in comune dei sistemi, perché nelle grandi città c’è un’inutile duplicazione”.
“Il ‘Financial Times’ nei giorni scorsi ha lanciato una sorta di allerta sulla gestione della spesa sanitaria durante Covid in Italia. Noi dobbiamo fare lo stesso per la ricerca – ha osservato Ippolito – Ci vorrebbe il coraggio di fare come fanno gli inglesi per la ricerca sulla sanità. Per avere” come loro “un’unica piattaforma, non bisogna avere una ventina di Regioni che mettono i dati sui trattamenti come pare a loro o hanno strutture di laboratori che non si parlano. Ci vogliono le piattaforme, che in Italia esistono e potrebbero essere facilmente messe in atto se non ci fosse la gelosia dei dati. Questi dati che abbiamo oggi non diventano uno strumento centrale. Il modello regionalistico ha fatto perdere questo tipo di attività. Noi dobbiamo avere un modello di piattaforma di risposta: senza questo, perderemo un’altra occasione”.

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