Coronavirus: il Comitato Tecnico Scientifico era contrario al lockdown nazionale
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Coronavirus: il Comitato Tecnico Scientifico era contrario al lockdown nazionale

Dagli atti desecretati del Cts riunitosi il 7 marzo emerge che i tecnici avevano proposto un lockdown totale nelle regioni più colpite del nord, e ridotto al centro e al sud

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6 Agosto 2020 - 14.23


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Quarantotto ore prima dell’inizio del lockdown, il 7 marzo, il Comitato Tecnico Scientifico si è riunito per verbalizzare le indicazioni da fornire al Governo sull’emergenza Coronavirus: Dal documento, tenuto secretato fino ad oggi sul sito della Fondazione Einaudi, emerge che il Cts proponeva di adottare due livelli di contenimento: uno nei territori in cui si è osservata maggiore diffusione del virus, l’altro sul territorio nazionale”. 
È stato quindi Conte, di sua iniziativa, a decidere per il lockdown nazionale, con misure uguali in tutta Italia. 
Il Cts proponeva di unificare le zone ‘rosse’ e ‘gialle’, con misure più rigorose in Lombardia e nelle province di Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini e Modena, Pesaro Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Alessandria e Asti”. Misure rigorose che prevedevano la chiusura totale di ogni tipo di attività, la chiusura dei luoghi di culto e lo stop agli spostamenti di ogni tipo.
Per il resto del territorio nazionale, il Cts dava altre indicazioni: “Apertura al pubblico dei musei ed altri istituti e luoghi della cultura a condizione che assicurino modalità di fruizione contingentata tali da evitare assembramenti di persone; svolgimento delle attività di ristorazione e bar con obbligo di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro; sospensione delle attività di pub, scuole di ballo, sale giochi, sale scommesse, sale bingo e discoteche; divieto assoluto di mobilità dalla
propria abitazione o dimora per i soggetti sottoposti alla misura della quarantena; limitazioni della mobilità ai casi strettamente necessari; sospesi i servizi educati per l’infanzia e attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado; sospensione delle attività svolte dai tribunali; apertura luoghi di culto condizionata all’adozione di misure volte a evitare assembramenti; raccomandato presso tutti gli esercizi commerciali l’accesso con modalità contingentate e misure volte a evitare assembramenti”.
Non vi è traccia invece, nei documenti pubblicati sul sito della Fondazione Einaudi, del verbale del 3 marzo quando il Comitato tecnico scientifico si riunì per stabilire le misure di contrasto al Coronavirus ad Alzano e Nembro, in provincia di Bergamo, una vicenda che nelle scorse settimane ha innescato un rimpallo di accuse in particolare tra Regione Lombardia e Governo. La fondazione Luigi Einaudi ha ottenuto dalla Protezione civile ed ha pubblicato oggi sul proprio sito internet cinque verbali, per circa 300 pagine, relative alle riunioni n.12 del 28.2.2020; n.14 dell′1.3.2020; n.21 del 7.3.2020; n.39 del 30.3.2020 e n.49 del 9.4.2020.

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