Da ieri è Cavaliere della Repubblica ma la ricercatrice resta precaria
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Da ieri è Cavaliere della Repubblica ma la ricercatrice resta precaria

Alessia Lai, ricercatrice dell'Ospedale Sacco che ha isolato il ceppo italiano del coronavirus.

Alessia Lai
Alessia Lai
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4 Giugno 2020 - 09.57


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Cavaliere della Repubblica ma ancora precaria. Alessia Lai, ricercatrice dell’Ospedale Sacco premiata dal presidente della Repubblica racconta: “Commossa dal riconoscimento, ma per la ricerca i fondi sono sempre meno. Per me solo contratti a termine”.

Nei mesi scorsi, la 40enne scienziata del Dipartimento di Scienze biomediche e cliniche (Dibic) “Luigi Sacco” dell’Università degli Studi di Milano ha contribuito, insieme alle colleghe Annalisa Bergna e Arianna Gabrieli, ad isolare il ceppo italiano del nuovo coronavirus. Oggi, dopo il riconoscimento del presidente della Repubblica, confessa all’Adnkronos di essersi commossa e aggiunge: ”È stata una piacevolissima sopresa, fossero tutte così le sorprese ci metterei la firma”.

Eppure, sul fronte lavorativo, la stabilità tarda ad arrivare: “Mi aspetta un nuovo contratto a tempo determinato. Ho fatto un concorso come ricercatore sempre per un ruolo a tempo determinato. L’ho passato. Mi chiedete cosa mi aspetto? Intanto aspetto la telefonata per andare a firmare il contratto”.

“Io vorrei solo continuare il mio percorso accademico, lo sto facendo ormai da 15 anni e quindi mi auguro di progredire. Sapevo di aver scelto una carriera non facile, non breve e che non mi avrebbe dato subito un posto fisso. Ma i fondi per la ricerca sono sempre di meno e i nostri stipendi gravano su quelli. Diventa sempre più problematico, quando perdi persone valide perché non hai più i soldi con cui pagarle. Noi aspettiamo sempre, aspettiamo ancora. Vedremo. Però sono contenta di essere tornata nel mio ateneo a cui sono molto affezionata. Ho fatto tutta la mia carriera qui”, afferma la ricercatrice.

Sulle ricerche inerenti il Covid-19, rivela: “Stiamo proseguendo anche con tantissimi altri studi, dalla determinazione degli anticorpi allo studio di farmaci in vitro. I filoni sono diversi e tante le cose da scoprire e capire. Ne avremo per tanto tempo”.

“Si spera di riprendere anche le altre attività in stand by. Abbiamo praticamente mollato tutto il resto su cui stavamo facendo ricerca, non meno rilevante, ma non abbiamo fisicamente il tempo e la priorità ora è dare risposte in merito all’emergenza”, dice Alessia Lai che si augura di “non rivedere mai più una pandemia del genere. Nessuno, né i clinici né i ricercatori, se lo sarebbe mai aspettato”.

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