Il papà di Silvia Romano: "Mi sono inchinato davanti a una figlia di cui sono orgoglioso"
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Il papà di Silvia Romano: "Mi sono inchinato davanti a una figlia di cui sono orgoglioso"

"Ho voluto accogliere Silvia come meritava, inchinandomi davanti a una figlia di cui sono orgoglioso", ha raccontato al Quotidiano Nazionale

Silvia Romano e il padre Enzo
Silvia Romano e il padre Enzo
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11 Maggio 2020 - 08.56


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“Certamente. Io ho riabbracciato mia figlia, e non vedevo l’ora di farlo”. Enzo è il padre di Silvia Romano, la cooperante italiana rapita nel villaggio di Chacama, in Kenya, il 20 novembre 2018 e liberata lo scorso 9 maggio. Al Quotidiano Nazionale ha parlato dell’emozione di poter riabbracciare la propria figlia dopo un anno e mezzo di prigionia: “Ho voluto accogliere Silvia come meritava, inchinandomi davanti a una figlia di cui sono orgoglioso”.

“Penso che, come lei, ci siano tanti ragazzi che si danno da fare per il prossimo e che sono in prima linea per conquistare il mondo che vorrebbero: un mondo diverso e più giusto. Ma mia figlia non è andata in Africa per diventare un’icona, è partita perché era quello che sentiva nel cuore”..

Enzo Romano ha sottolineato la particolarità di questa “accoglienza collettiva”, per cui “tantissime persone si sono immedesimate in lei e nella nostra famiglia, condividendo la nostra gioia”. 

“Il mio cuore scoppiava di gioia. Poi sono stato subissato di telefonate e messaggi da parte di familiari, amici e giornalisti. Impossibile rispondere a tutti, anzi mi scuso se non sono riuscito a dare retta a molti. […] Oggi (ieri per chi legge, ndr) è stata una giornata intensa. Felice ma lunghissima”.

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