Io, sorda, non riesco a leggere le vostra labbra dietro una mascherina
Top

Io, sorda, non riesco a leggere le vostra labbra dietro una mascherina

Nessuno si è ricordato che esistono persone che al supermercato non capiscono cosa dice la cassiera con la bocca coperta. Lo ha scritto in un post bellissimo Marilena Abbatepaolo che chiede protezioni trasparenti

Le mascherine per sordi realizzate in Usa
Le mascherine per sordi realizzate in Usa
Preroll

globalist Modifica articolo

5 Aprile 2020 - 18.04


ATF

E’ un post struggente, bello e vero, perché ci impone di riflettere su un altro punto di vista mentre impazza il dibattito su mascherina sì, mascherina no e l’Italia invece di compattarsi gioca a ranghi sparsi.

Lo ha scritto Marilena Abbatepaolo, dirigente scolastica a Roma, nata in Puglia, sorda dall’età di 16 anni che denuncia su Facebook la difficoltà di essere privi di udito al tempo del Coronavirus e che chiede che anche in Italia si producano dispositivi di protezione specifici per chi ha bisogno di leggere il movimento delle labbra.

Questo è quanto ha scritto. E quanto chiede. Un piccolo sforzo, in fondo. Perché nessuno resti indietro. Sia concesso a tutti la possibilità di continuare la propria vita, fare la spesa o la didattica a distanza, anche in quarantena.

“Essere sordo con il Coronavirus è un incubo nell’incubo. Non mi sono mai persa d’animo nella mia vita, ma da quando è scoppiato mi sembra di essere tornata ai miei 16 anni, quando tutto ebbe inizio. Anche allora la reazione fu: chiudermi al resto. Non sopportavo stare tra le gente. Dover vedere le labbra muoversi. Non capire. Preferivo stare sola.
Ed infatti a me questa quarantena non pesa. No, sono abituata al silenzio. Sono abituata a tutto questo. Ho spalle forti e larghe per affrontare questo. È quello che sta fuori che mi fa male oggi.
Certo proprio così. L’opposto della maggior parte delle persone. Perchè io oggi non posso capire nulla.
Esco per la spesa e, diavolo della mascherina!, non mi fa leggere le bocche. Non le vedo le bocche. Non so nemmeno se parlano con me.
Sono uscita da casa con un foglio che ho mostrato alla commessa: non sento. Non parlarmi.
Lei ha provato. Voleva vendermi i punti, poi non so che altro.
Le ho risposto: Voglio solo pagare e tornare a casa. E le ho mostrato il foglio con scritto: sono sorda. Non capisco.
Quella commessa mi ha guardata, ha letto il foglio e ha fatto di sì con la testa. Eravamo uguali, lei e io. Fragili allo stesso modo.
Arrivata a casa, mi sono guardata allo specchio. No, non sono mai stata così maleducata in vita mia.
Stasera poi leggo una notizia che mi ha strappato un sorriso
Ecco, una speranza mi si accende. Qualcuno si è ricordato di noi.
Anche se è in America, anche se qui in Italia non arriveranno le mascherine trasparenti, qualcuno si è ricordato che noi sordi esistiamo. Mi domando se qualcuno a scuola ha ricordato che i sordi non possono fare la didattica a distanza. Qualcuno si è posto questo problema?
Attendo risposte. Per ora ho solo questa notizia.

(La notizia è che Ashley Lawrence, studentessa del Kentucky, Stati Uniti, sta cucendo insieme a sua madre delle mascherine con una parte trasparente per lasciar vedere la bocca. L’obiettivo è aiutare la comunità dei sordi e degli ipoudenti. Speriamo arrivino anche in Italia)

Native

Articoli correlati