A Milano in due giorni scoperti 1800 malati "in casa"
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A Milano in due giorni scoperti 1800 malati "in casa"

Si tratta dei malati in casa, di coloro che hanno una sintomatologia simil-influenzale.

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24 Marzo 2020 - 10.39


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Sono sfuggiti alle statistiche ufficiali e d’ora in avanti i medici di famiglia dovranno seguirli ancora più da vicino e, di fatto, mapparli: si tratta dei malati in casa, di coloro che hanno una sintomatologia simil-influenzale. Secondo l’assessore alla Sanità Giulio Gallera, “devono essere considerati come sospetti casi Covid-19” e devono quindi isolarsi, senza vedere i familiari. Ma quanti sono? Il loro numero è ancora sconosciuto ma, stando ad un articolo del Corriere della Sera, a Milano e provincia, nel giro di 48 ore, “i medici di base sono riusciti a intercettare 1.800 malati con sintomi Covid-19 da mettere in quarantena e sorvegliare in modo stringente”.

La parola d’ordine è «sorveglianza attiva» da attuare con telefonate quotidiane e soprattutto con il saturimetro per capire in tempo reale chi va in fame di ossigeno e, dunque, deve essere ricoverato di corsa in ospedale. Questo virus purtroppo è subdolo e le condizioni di respirazione possono peggiorare all’improvviso. È ciò che deve essere evitato.

I medici sono riusciti a “scovarli” grazie ad uno speciale portale.

È il risultato dell’attivazione di un portale informatico messo a punto dall’epidemiologo dell’Ats Milano Antonio Russo e avviato già venerdì, anticipando in accordo con Regione Lombardia il provvedimento di ieri, con l’obiettivo di essere il più veloce possibili nella città che in questo momento preoccupa maggiormente. È una chiamata alle armi dei dottori di famiglia: le storie di coloro che sono morti per stare vicino ai propri pazienti le conosciamo dai titoli di cronaca delle ultime settimane, ma non possono neppure essere tralasciate le numerose segnalazioni di cittadini che li considerano desaparecidos. Morale: nel fine settimana il 60% dei medici milanesi apre il portale e contatta 5.500 pazienti, segnalando quasi 600 casi di malati con bisogni sociali (girati ai sindaci) e i 1.800 malati Covid-19 finora sommersi che dovranno essere monitorati, anche con l’invio di unità speciali di guardia medica. A questi pazienti saranno date indicazioni su come comportarsi e — quando necessario — verrà fornito un saturimetro con le relative istruzioni d’uso e il contatto di riferimento per comunicare il proprio stato di salute.

A Milano in poche settimane si sono svolte inchieste epidemiologiche per oltre 4.000 casi, mettendo in quarantena oltre 12 mila contatti stretti. Con numeri simili viene considerato impossibile fare sorveglianza attiva, cioè chiamare e sentire come stanno tutti i contagiati e i contatti.

È il motivo per cui la delibera della Regione assegna questo ruolo ai medici di medicina generale. Con un’epidemia di tali dimensioni va ampliata, e di molto, la rete di chi segue i pazienti. Per non farli sentire abbandonati a domicilio, ma anche perché siano seguiti sul piano clinico e rispettino le indicazioni di isolamento. Per bloccare, anche così, la maledetta conta dei morti.

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