I ragazzi del niente e le piaghe dei Quartieri spagnoli
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I ragazzi del niente e le piaghe dei Quartieri spagnoli

Ai Quartieri spagnoli domina il"niente in strada" dei ragazzi. Hanno chiuso con la scuola e mai aperto con il lavoro.

Quartieri spagnoli
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Onofrio Dispenza Modifica articolo

3 Marzo 2020 - 17.30


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A vico Tre Re numero 13, nel cuore dei Quartieri spagnoli di Napoli c’è una piccola chiesa, quella di Maria Francesca delle Cinque Piaghe, la santa di questo cuore dolorante della città.
Al secolo la santa dei Quartieri spagnoli fu Anna Maria Rosa Nicoletta Gallo, “a santarella”, come era conosciuta nel tempo che visse, il’700. A “santarella” nacque qui, nei Quartieri spagnoli di Napoli, stessi vicoli di Ugo, il 15enne che ha bruciato la vita nel tentativo di impossessarsi di un prezioso orologio, avendo in tasca un altro prezioso orologio e una catenina. Stessi vicoli dell’amico 17enne, che quella sera fuggì. Individuato, rintracciato e ora affidato ad un istituto, l’amico di Ugo al primo interrogatorio, quando gli hanno detto come passa le sue giornate ha risposto “In strada”. “A fare cosa?”, gli è stato replicato. “Niente…”. E il magistrato:”Cioè?”. E il ragazzo:”Niente…”. Queste poche telegrafiche domande e queste altrettanto telegrafiche, povere e sconfortanti risposte dicono come meglio non si potrebbe cosa è accaduto quella sera, e perchè è accaduto quel che è accaduto a Santa Lucia. In queste ore, come è giusto che sia, le analisi si sprecano.
Si fa la somma delle colpe ( dove lo Stato è facile bersaglio, la famiglia sicuro bersaglio ) ed anche l’inutile “pre processo” sui social, coi soliti due partiti contrapposti, come usiamo fare noi italiani, sia che si parli di calcio sia che si faccia l’autopsia di una morte atroce, perchè la morte di un ragazzo è sempre atroce, ancor di più quando è violenta e pure evitabile. Ritorniamo brevemente a Vico Tre Re numero 13, nella chiesetta della santa dei Quertieri spagnoli. Dentro c’è una sedia, la sedia della santa, chi chiede una grazia si siede e prega Maria Francesca delle Cinque Piaghe. C’è la fila, da queste parti senza una grazia non si riesce a vivere. E non sempre la santa fa la grazia. Il più delle volte, a chiedere un gesto alla santa sono donne che cercano una maternità difficile.
Si prega per avere un figlio, e chissà che sedici o diciotto anni addietro da questa chiesetta non siano passate due donne, una che ora piange un figlio che pur difende oltre ogni evidenza, l’altra che oggi tira un sospiro di sollievo per un lutto che le è stato risparmiato. Francesco era il padre della Santa delle Cinque Piaghe, Barbara la madre. Si racconta che il padre avesse un piccolo negozio di mercerie, un carattere duro e che fosse irascibile. Maltrattava spesso la figlia che sarebbe diventata santa, ed anche la moglie.
La madre della santa delle Cinque Piaghe invece era molto dolce, devota e paziente. E quel”santarella”, a Maria Francesca delle Cinque Piaghe pare sia proprio per la sua docilità nell’accettare i maltrattamenti del padre, offrendo lei a Dio tutte le sue sofferenze per la salvezza delle anime. Le anime dei Quartieri spagnoli, povere anime. Ai Quartieri spagnoli domina il”niente in strada” dei ragazzi. Hanno chiuso con la scuola e mai aperto con il lavoro. E il niente si spezza solo per la caccia al denaro da fare velocemente e violentemente, per essere come gli altri il sabato sera. Come gli altri, perchè “gli altri” sono il modello, il modello unico. E se si resta fuori, se si rimane esclusi, non ha senso nient’altro. Oltre le immagini di quel modello non esiste altro che possa servire, scuola, lavoro, fatica, impegno, solidarietà.
Lo ha confermato l’amico di Ugo, ha detto che l’unica cosa che importa tra il niente e il niente è il denaro ad ogni costo per il sabato sera, per la discoteca. Niente scuola, niente sport, niente passioni, sola la strada con le leggi che alla strada sono imposte dal crimine.
Che nella strada riconosce la sua “accademia”.

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