Segre, schiaffo a Salvini: "La lotta all'antisemitismo mai disgiunta dalla lotta al razzismo"
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Segre, schiaffo a Salvini: "La lotta all'antisemitismo mai disgiunta dalla lotta al razzismo"

La senatrice a vita dopo aver disertato il convegno della Lega: "Serve una ripulsa del razzismo e del pregiudizio che cataloga le persone in base alle origini, alle caratteristiche fisiche, sessuali, culturali o religiose".

Liliana Segre e Matteo Salvini
Liliana Segre e Matteo Salvini
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14 Gennaio 2020 - 10.12


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Uno schiaffo a chi cerca di strumentalizzare la sua nobile figura. E di uno che predica odio e discriminazione.
Non ci si può nascondere dietro l’Israele a guida Netanyahu mentre si strizza l’occhio a CasaPound, mentre si considera la Resistenza una ‘derby” mettendo sullo stesso piano chi ha promulgato le leggi razziali e le vittime; chi ha portato la dittatura e chi ha lottato (e vinto) per la libertà.
E lei non si è prestata ai giochini di Capitan Nutella.
 “Apprezzo l’iniziativa sull’antisemitismo, un problema che si riaffaccia virulento nelle cronache del nostro tempo in tanti Paesi d’Europa e del mondo intero. Ritengo però che non si debba mai disgiungere la lotta all’antisemitismo dalla più generale ripulsa del razzismo e del pregiudizio che cataloga le persone in base alle origini, alle caratteristiche fisiche, sessuali, culturali o religiose”.
Lo afferma la senatrice Liliana Segre in un messaggio trasmesso a Matteo Salvini, che l’aveva invitata a partecipare a un convegno sulla prevenzione dell’antisemitismo.

Del resto il capo della Lega ha ultimamente usato il cristianesimo come strumento di discriminazione verso i non cristiani con la storia dell’attentato alle tradizioni e sempre più sta facendo ricordo all’islamofobia per alimentare paure verso l’immigrazione presentanto la totalità del mondo islamico come jihadista e primitivo. Mentre si sa benissimo che le differenze  in quel mondo sono tantissime.

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Ha aggiunto Liliana Segre: “Questa visione mi pare tanto più necessaria in questa fase storica, in cui le condizioni di disagio sociale spingono tanti ad indirizzare la propria rabbia verso un capro espiatorio, scambiando la diversità per minaccia – osserva la senatrice – Ricordo con piacere la convergenza delle nostre riflessioni sui rischi di imbarbarimento della società e sulla necessità di fare qualcosa, ciascuno nel proprio ambito ed a partire dalla propria sensibilità, per farvi argine”.

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