Salvini favorevole a via Almirante: la storia non si processa
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Salvini favorevole a via Almirante: la storia non si processa

Il ministro a difesa dei fascisti che volevano la strada dedicata al firmatario del Manifesto della Razza.

Un sostenitore della Lega
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15 Giugno 2018 - 19.50


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“A Roma c’è via Togliatti, via Marx, in Italia ci sono vie e piazze intitolate a Stalingrado, la storia non si processa ma si ricorda. Se via Almirante fosse parallela a via Togliatti non vedo quale sarebbe il problema…”. Lo afferma il ministro dell’Interno e segretario della Lega, Matteo Salvini, al suo arrivo a Ivrea per un incontro elettorale in vista del ballottaggio della prossima settimana.

E quindi ci permettiamo di fare una piccola lezione di storia al nostro ministro, partendo proprio dalla frase ‘la storia non si processa?’. Davvero? Benissimo, allora diamo il via alle danze: come in un fittizio – ma neanche tanto – Monopoli delle dittature cominciamo con Largo Hitler, seguito da Viale Mussolini, parallelo a Via Pinochet che conduce a Largo Stalin. E ancora: Piazza Isis e perché no, via Bin Laden, Lungotevere al Baghdadi. 
La storia non si giudica? La storia si deve giudicare, ricordare, continuamente, ogni giorno. Perché altrimenti, ministro, si finisce col dimenticare. ‘Ai posteri l’ardua sentenza’ diceva Manzoni e i posteri siamo noi. Siamo noi quelli che devono emettere una sentenza e l’abbiamo già emessa: Giorgio Almirante era un fascista conclamato, firmatario del Manifesto per la razza che spianò la strada alle leggi razziali, quelle che uccisero migliaia di persone in Italia, milioni in Europa. 
Non ci possono essere compromessi. Palmiro Togliatti, da lei citato, è stato segretario di un partito che ha accompagnato l’Italia nel dopoguerra, fu Ministro di Grazia e Giustizia e graziò i fascisti, giudicando, appunto, la storia. Karl Marx fu un filosofo, come lo fu Nietzche: fu Hitler che decise di ispirarsi alle sue teorie sul Superuomo per ideologicamente concepire il nazismo, non il contrario. 
Almirante fu invece un fascista. E il fatto che sedette in Parlamento non è una salvezza, ma una grande vergogna e l’ennesima beffa di quest’uomo che per tutta la vita spregiò i valori democratici di un’Italia che lui avrebbe voluto ancora e sempre fascista. 
E poi, ministro, c’è un altro punto fermo: il fascismo e il nazismo sono da ripudiare e condannare. Ogni giorno, continuamente. E invece, il vostro governo ‘del cambiamento’ appare sempre più morbido ed elastico lì dove bisognerebbe ereggere fortezze per impedire al passato più nero di marciare di nuovo sulle nostre città. 
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