Matteo Boe è libero, scontati 25 anni di carcere per il rapimento di Farouk Kassam
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Matteo Boe è libero, scontati 25 anni di carcere per il rapimento di Farouk Kassam

Il bambino, a cui era stato mozzato un orecchio, era stato liberato l'11 luglio dopo sei mesi di prigionia

Matteo Boe ha lasciato il carcere di Opera
Matteo Boe ha lasciato il carcere di Opera
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25 Giugno 2017 - 10.17


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E’ uscito questa mattina alle 10:40 dal carcere di Opera dove era detenuto, Matteo Boe, il bandito sardo responsabile, tra l’altro, del rapimento il 15 gennaio del 1992 a Porto Cervo del piccolo Farouk Kassam, che all’epoca aveva sette anni e al quale lo stesso Boe tagliò il lobo dell’orecchio che fu poi recapitato al padre del bambino all’interno di una busta. Farouk fu poi liberato dopo 177 giorni di prigionia in seguito al pagamento di un riscatto. Matteo Boe, 59 anni, ha terminato di scontare 25 anni di carcere. 

Matteo Boe è uscito dal carcere di Opera ed è salito su una Fiat 500 L grigio scuro alla cui guida c’era una donna. All’auto è stato consentito di accedere al parcheggio riservato antistante il carcere e l’ormai ex detenuto non si è fermato a parlare con i giornalisti che attendevano all’esterno della struttura. Boe, che mostrava una lunga barba grigia, indossava un basco scuro e una maglietta bianca. 

Matteo Boe, uno dei principali esponenti del banditismo sardo, ha scontato 25 anni di reclusione per i sequestri di Sara Nicoli, Giulio De Angelis e del piccolo Farouk Kassam. 

L’ex bandito di Lula (Nuoro) venne arrestato il 13 ottobre 1992 a Porto Vecchio, in Corsica, dove stava trascorrendo – da latitante – qualche giorno insieme alla compagna Laura Manfredi. Trasferito nel carcere di Marsiglia, venne poi estradato e condannato nel 1996 a 20 anni di reclusione per il sequestro Kassam. Non si sa ancora se deciderà di tornare nel suo paese natio, ma la notizia della sua imminente scarcerazione ha già fatto il giro dell’isola. Dopo Graziano Mesina, infatti, è lui il bandito sardo più famoso. Soprattutto dopo l’avventurosa fuga dal super carcere dell’Asinara, a bordo di un gommone. Era il 1 settembre del 1986, Matteo Boe stava scontando una condanna a 16 anni per il sequestro di Sara Nicoli.

Fu coinvolto successivamente nel sequestro dell’imprenditore romano Giulio De Angelis, rapito in Costa Smeralda nel 1988. E sempre da latitante era stato indicato come uno dei principali artefici del rapimento di Farouk Kassam, il bambino di 7 anni figlio del titolare di uno degli alberghi più rinomati della Costa Smeralda, rapito il 15 gennaio del 1992 in casa a Porto Cervo.
Il bambino, a cui era stato mozzato un orecchio, era stato liberato l’11 luglio dopo sei mesi di prigionia in circostante mai chiarite, con l’intermediazione di Graziano Mesina.

Nel 2003 Boe aveva subito un lutto gravissimo: a novembre venne uccisa a soli 14 anni Luisa, la primogenita dei tre figli che aveva avuto con Laura Manfredi. La ragazza era stata colpita da un’arma da fuoco dopo essersi affacciata al balcone nella sua casa di Lula. Un omicidio ancora senza un colpevole.

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