"Sa paradura", all'ex bandito Matteo Boe donato un gregge per ricominciare
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"Sa paradura", all'ex bandito Matteo Boe donato un gregge per ricominciare

Un rito arcaico che si ripete nel tempo: è un antico gesto di solidarietà del mondo pastorale sardo

Gigi Sanna (a sinistra) con Matteo Boe
Gigi Sanna (a sinistra) con Matteo Boe
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18 Agosto 2018 - 14.00


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“Sa paradura” è un antico gesto di solidarietà del mondo pastorale sardo che vede mobilitati tutti gli allevatori ogni qualvolta un collega, per calamità naturali, morie o furti, perde il suo gregge. Un rito arcaico che si ripete nel tempo: poco più di un anno fa, i pastori sardi erano a Cascia, in Umbria, per portare un messaggio e un segno tangibile e concreto di vicinanza nei confronti dei loro colleghi che, a causa del terremoto, avevano perso tutto, donando loro mille pecore.

    E oggi “sa paradura” si ripete con l’arrivo in Sardegna delle agnelle nate da quelle pecore: questa volta serviranno ad offrire una possibilità di ripresa ad alcuni pastori che, per ragioni diverse, hanno perso il loro gregge. Tra questi c’è anche Matteo Boe, l’ex bandito di Lula (Nuoro) tornato l’anno scorso in libertà dopo aver trascorso 25 anni in carcere. A lui verranno donate 15 agnelle, ora che ritornato a vivere nel suo paese natio, ha ripreso a fare l’allevatore.

“Con questa iniziativa vogliamo offrire una seconda possibilità anche a chi ha commesso errori e pagato il conto alla giustizia – afferma Gigi Sanna, cantante-pastore nuorese e leader degli Istentales -. Per la prima volta da quando la nostra associazione culturale con Prociv Italia e Coldiretti ha riportato in auge l’antica usanza de ‘sa paradura’, questa assume forse il suo significato più ampio, ovvero parare-riparare, cioè offrire una seconda possibilità di ricominciare da capo”.

    La figlia di Matteo Boe, Luisa, fu uccisa nel 2003 quando aveva 14 anni, raggiunta da un colpo di fucile mentre era affacciata al balcone della sua casa di Lula. Un delitto ancora senza colpevoli, dopo 15 anni. Per la giovane vittima gli Istentales hanno scritto una canzone “Pro unu frore”, che era stata eseguita dal vivo nel carcere di Spoleto nel 2007, dove Boe era detenuto, e che verrà riproposta nel concerto che si terrà il 29 agosto a Nuoro in piazza Italia. “Per la prima volta – dice Sanna – Matteo Boe potrà ascoltare la canzone dedicata a sua figlia da uomo libero”.

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