Promessa sposa a 15 anni: ragazzina tolta alla famiglia egiziana
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Promessa sposa a 15 anni: ragazzina tolta alla famiglia egiziana

La studentessa ha chiamato il 114 per chiedere aiuto. Doveva sposare un ragazzo mai visto

Sposa bambina - immagine di repertorio
Sposa bambina - immagine di repertorio
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Claudia Sarritzu Modifica articolo

8 Aprile 2017 - 10.29


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Le scorse settimane abbiamo diffuso le notizie di una ragazza rasata a zero dalla madre, lei dice, per punizione perché si rifiutava di portare il velo e un’altra minorenne, anche lei tolta successivamente alla famiglia grazie all’intervento degli assistenti sociali, picchiata (addirittura frustata) perché viveva troppo all’occidentale. Oggi un’altra ragazza si è ribellata a una violenza terribile, quella di essere promessa sposa a 15 anni a un ragazzo di 25 anni mai visto. Questa volta è successo a Torino e la giovane è di origine egiziana. 

La ragazza coraggiosa (perché ci vuole coraggio a essere artefici del proprio destino) ha chiamato il 114 che è il Servizio 114 Emergenza Infanzia, per chiedere aiuto ed essere salvata. Il Tribunale dei minori così l’ha affidata a una comunità. Rashida (nome di fantasia) ha confidato il destino crudele che la famiglia voleva imporle ai poliziotti e alla preside della sua scuola. A casa sua tutto era già pronto per la cerimonia di fidanzamento che si sarebbe svolta di lì a tre giorni, la domenica seguente, compreso il banchetto nuziale e il vestito rosso acquistato direttamente dal promesso sposo.

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Ho notato grazie ai social che sono un luogo utile per capire il pensiero comune dell’opinione pubblica, che molti non credono a questi racconti (che ovviamente vanno provati nelle sedi opportune, né sui social, né sui giornali) definendo queste ragazzine bugiarde come “tutti gli adolescenti” che dopo aver litigato con i genitori si approffitano dei servizi sociali “razzisti” per “togliersi dai piedi i genitori” “immigrati” di cui (ho anche letto) si vergognerebbero. Quando leggi tali commenti, fatti da persone che si atodefiniscono democratiche e non razziste ti vengono i brividi. 

Quindi, secondo questi utenti le scuole per non apparire razziste non dovrebbero ascoltare queste giovani che sarebbero vittime del lavaggio del cervello fatto dai media occidentali.

A volte credo che il voler apparire a tutti i costi dalla parte degli immigrati come se gli immigrati non fossero persone che sbagliano come tutti, ma esseri migliori, sia più razzista del razzismo dell’estrema destra. 

Cari amanti del complottismo, ogni santo giorno in Italia i servizi sociali ricevono segnalazioni da parte dalle scuole di minori italiani, maltrattati da famiglie italianissime. Se i giornali danno risalto ultimamente a queste storie che conivolgono famiglie di origine straniera è perché il problema del velo imposto o delle spose bambine esiste non è un’invenzione dei razzisti. E parlarne significa incoraggiare chi è vittima di queste imposizioni a reagire. 

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Con questo potremmo scoprire, una volta concluse le indagini, che tutte e tre le giovani hanno mentito. Situazione già capitata a tante famiglie italiane. I servizi sociali non ce l’hanno con i musulmani, siete voi che avete un problema esistenziale con il mondo che vi circonda, lo stesso mondo che criticate ma che vi permette di vivere con dei diritti che date per scontati. Se no provate a nascere donne in alcune zone del pianete… e poi ne riparliamo. 

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