Ne serve uno, ne paghi tre: così il manager di Guidonia si moltiplica
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Ne serve uno, ne paghi tre: così il manager di Guidonia si moltiplica

Il ruolo di direttore del servizio rifiuti dato ad un architetto che però vive a Mantova. E che giustamente si avvale di due assistenti.

Ne serve uno, ne paghi tre: cos
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24 Marzo 2016 - 10.41


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di Tommaso Verga

Alla fine il parto è stato trigemino. Ne serviva (?) uno, il Comune (di Guidonia Montecelio naturalmente) ne pagherà tre. Come dice il facente funzioni? “Basta”.

L’inizio della storia si può ri-leggere su hinterlandweb del 20 ottobre 2015: “Al Comune occorre un direttore per il servizio rifiuti” – “Tanto ci costa poco, gli diamo poco più di mille euro al mese” – “Che ne dici: prendiamo un architetto (o… equipollente)?” titolava il blog. Che non avrebbe mai immaginato il livello di creatività del management comunale. Il quale, interpretando il titolo, ha subito cercato il modo di ravvedersi (“Hai visto? ci accusa di fare una cosa che costa poco! Basta!”). Fu così che il direttore del servizio rifiuti è diventato trino, un architetto che vive a Mantova guarnito di due assistenti. Ovviamente indiscutibili le ragioni. Lo attesta la firma di Gerardo Argentino, determina n. 18 del 18 febbraio. L’atto testualmente sottolinea la facoltà prevista dalla legge che “la stazione appaltante stante la complessità del procedimento può nominare 1 o più assistenti al direttore dell’esecuzione a cui affidare compiti di competenza del direttore”. Che abita appunto a Mantova. Quindi non può insediarsi a Guidonia Montecelio.

Mantova? Non mi dire che…? Proprio così. Indovinato. “La progettazione dei parchi un omaggio alla ‘camera degli sposi’ – La direzione dei lavori nell’ascensore di Fratelli d’Italia – A Guidonia Montecelio anche “i nuovi” sanno tanto d’antico” è l’altro titolo, su hinterlandweb del 30 settembre 2015. Nel testo si racconta come l’assessora Morena Boleo, di Giorgia Meloni seguace, avesse incaricato l’architetto Paolo Pecorari, mantovano, di progettare e dirigere i lavori dei parchi di Guidonia Montecelio. Spesa 182.796 euro, 24.487 per il professionista.

Alle “relazioni pericolose” tra parchi e rifiuti mette riparo Argentino: “lo scrivente dirigente ha provveduto con Determina n° 4 del 20.01.2016 a nominare Direttore dell’esecuzione del Contratto l’Arch. Paolo Pecorari, nato a Mantova il 18.12.1965 ed ivi domiciliato in …”. Ma siccome la nomina non può diventare impegno quotidiano, si decide per l’”Affidamento incarico di assistente Direttore dell’Esecuzione del Contratto …” eccetera. L’interfaccia è indispensabile perché sarebbe stato comunque impossibile per l’architetto Pecorari provvedere alla direzione dell’esecuzione (ma cosa vorrà dire?) del contratto-rifiuti mentre già deve trovare il tempo necessario per spendere i precedenti 182.796 euro deliberati dai Fratelli d’Italia per la progettazione e direzione-lavori dei parchi di Guidonia Montecelio.

Fu per questo funzionale motivo che al professionista venne dato incarico di scegliersi un assistente. Direttamente. Ignota la ragione per cui ne ingaggiò due – cosa vuoi che sia, già che ci siamo… –: la romana architetta Renata Del Sordo (15mila euro di compenso), e la ragioniera Giada Salinetti, residente a Villalba (13mila: due in meno perché abita più vicino al Comune?). Il 18 febbraio 2016. Con il benestare di Gerardo Argentino e il visto per “regolarità contabile” (del 2 marzo) di Gilberto Pucci. Dunque, quel “lo paghiamo poco”, da una sorta di mea culpa si redime diventando un bel po’ di quattrini, i 15mila euro lordi salgono a 43 ogni anno. Semplicemente rovesciando il “paghi uno e prendi tre”. Considerando che la “Tekneko srl” ha vinto un appalto della durata di cinque anni…

Poi si mugugna quando la GdF, su mandato dell’Anac (l’autorità anticorruzione) sequestra copia di tutti gli incarichi dirigenziali, posizioni organizzative, assistenti al rup, avvocati esterni. Fascicoli il cui esame, quello sì, richiederà un bel po’ di tempo e di lavoro. La certezza è che Raffaele Cantone non nominerà “assistenti”. Genoeg! (in olandese. Per non confondersi con l’altro).

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