La vita di un operaio vale una prescrizione
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La vita di un operaio vale una prescrizione

Il 23 maggio del 2006, l'operaio empedoclino di 40 anni rimase schiacciato sotto un blocco di salgemma. Corte d'appello: reato prescritto.

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20 Dicembre 2016 - 14.54


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La vita di un operaio morto sul lavoro vale una prescrizione. Sulla sua tomba oggi, dieci anni dopo la morte, potrebbe essere scritta questa frase: “Non doversi procedere per avvenuta prescrizione del reato”. Per la prescrizione si sono pronunciati i giudici della terza sezione della Corte d’appello di Palermo. Lo riporta il Giornale di Sicilia. Il processo era quello avviato dopo la morte di Vincenzo Noto, operaio di 40 anni, di Porto Empedocle, deceduto 10 anni fa in un incidente sul lavoro verificatosi all’interno della miniera Italkali di Realmonte. Il 23 maggio del 2006, l’operaio, che guidava una pala meccanica, rimase schiacciato sotto un grosso blocco di salgemma. Le condanne inflitte in primo grado al direttore del sito, Calogero Schembri, e all’addetto alla sorveglianza, Stefano Giuseppe Iacono, sono state cancellate.Anche il magistrato che rappresenta l’accusa era, del resto, arrivato alla conclusione che “il reato è ormai prescritto”. La famiglia di Vincenzo Noto si era costituita parte civile.

 

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