Palermo città aperta, scene di vita quotidiana
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Palermo città aperta, scene di vita quotidiana

Riportiamo l'esperienza raccontata in rete da una cittadina come lettera aperta da girare al sindaco, Leoluca Orlando.

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17 Dicembre 2016 - 19.12


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Se c’è una città aperta, che sostanzialmente non conosce razzismo, che dimostra quotidianamente un cuore grande e diffuse manifestazioni di solidarietà, questa è Palermo. Per storia, per cultura, per la conoscenza diretta di tanti siciliani di cosa vuol dire il distacco da casa e dagli affetti, affrontare la lontananza. Per questo riportiamo l’esperienza raccontata in rete da una cittadina che condivide questi elementi di solidarietà propri della città. La riportiamo quasi come una lettera aperta da girare al sindaco, Leoluca Orlando. Perché si diano disposizioni perché episodi come quello qui raccontato non avvengano mai più.

Dalla pagina Facebook di Claudia Casa:

“Sento l’esigenza di raccontare un episodio a cui ho assistito stamattina a Palermo, sulla linea urbana 101. Premetto che oggi a Palermo piove, debolmente ma costantemente. Ad una fermata di via Roma un giovane di colore tenta di salire sul bus con la sua piccola bike pieghevole sotto il braccio. Perentoriamente l’autista lo blocca dicendogli: tu qui con quella cosa non puoi salire. Inutili le insistenze del ragazzo che si vede così costretto ad inforcare di nuovo la sua piccola bicicletta sotto la pioggia. Il bus procede e il ragazzo lo insegue, si affianca ed inveisce contro l’autista dandogli ripetutamente del razzista. Questa scena dura per almeno due, tre minuti, fino a quando il bus non riesce a distanziare il ciclista che, a questo punto, desiste dall’inseguimento. Ora, posto che:

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– sul bus, che non era particolarmente affollato, erano salite persone con i trolley, una mamma con il passeggino, un paio di signore anziane con il carrellino della spesa;

– le dimensioni della piccola bike pieghevole erano perfettamente assimilabili a quelle di un trolley;

– Palermo è senza dubbio una città che ha fatto una scelta di mobilità sostenibile che deve favorire e non scoraggiare l’utilizzo integrato dei mezzi pubblici e dei mezzi ecologici come le bici.

Posto tutto ciò, mi chiedo: che senso ha avuto oggi impedire a quel ragazzo di salire sul bus con la sua biciclettina per evitare la pioggia? Un divieto del genere, se esiste, non è assolutamente insensato e quindi da cancellare?”

 

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