La famiglia Cucchi si ribella: Stefano morto per le fratture non per l'epilessia
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La famiglia Cucchi si ribella: Stefano morto per le fratture non per l'epilessia

Ilaria Cucchi ha voluto precisare:"È evidente che se Stefano fosse morto di epilessia, ciò sarebbe stato possibile solo a causa delle condizioni fortemente debilitate e dalle lesioni subite nel pestaggio"

Ilaria Cucchi
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4 Ottobre 2016 - 17.26


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Ilaria Cucchi ha commentato subito le conclusioni del collegio peritale nominato dal gip dell’inchiesta bis che coinvolge i carabinieri che la sera dell’arresto ebbero in consegna suo fratello, Stefano Cucchi, morto il 22 ottobre del 2009, una settimana dopo il suo arresto per droga.

“Avremo un processo per omicidio. Queste sono le conclusioni della Perizia Introna. Il perito Introna tenta di scrivere la sentenza finale del processo per i responsabili del violentissimo pestaggio a mio fratello. Riconosce ‘bontà sua’ la frattura di L3 da noi per sette anni sostenuta e riconosciuta dai Pm, poi alza una cortina di fumo dicendo che è impossibile determinare con certezza una causa di morte di Stefano”.

“Il collegio peritale poi si avventura a formulare due ipotesi di morte – ha continuato Ilaria – La prima, per epilessia, che se in un primo momento viene ritenuta forse più probabile, nelle conclusioni la definisce ‘priva di riscontri oggettivi’. La seconda, dopo aver riconosciuto tutte le evidenze cliniche da sempre dai nostri medici legali evidenziate, riconosce il ruolo del globo vescicale come causa di morte in conseguenza delle fratture. A pagina 195 descrive compiutamente ‘un’intensa stimolazione vagale produce brachicardia giunzionale’, che ovviamente è conseguenza delle fratture, e poi della morte”.

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“Il perito Introna infatti poi fa il giurista e dice in buona sostanza che coloro che lo hanno violentemente pestato rompendogli la schiena in più punti non sono responsabili della sua morte per il fatto che il terribile globo vescicale che ha fermato il suo cuore non si sarebbe formato se non ci fosse stata la responsabilità degli infermieri. È questa la causa di morte da noi sempre sostenuta in questi anni, che a differenza dell’epilessia ha elementi oggettivi e riscontrati dagli stessi periti – ha sottolineato Ilaria Cucchi – Raffreddo gli entusiasmi di coloro che si fanno forza di una presunta morte per epilessia facendo notare che i periti non sono nemmeno d’accordo con loro stessi sull’effettiva assunzione della terapia anti epilettica da parte di Stefano, che sarebbe l’elemento centrale per arrivare, a dir loro, a quella causa di morte. Infatti, mentre a pagina 196 della perizia sostengono che ‘non è verosimile che Cucchi abbia assunto una terapia anti epilettica’, a pagina 186 invece avevano scritto che aveva preso le medicine”.

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“Faccio comunque notare che non è il giurista Introna a definire il nesso causale ma saranno i magistrati della procura ed i giudici – ha continuato la sorella di Stefano Cucchi – È evidente che se Stefano fosse morto di epilessia, come ipotizzato nella perizia, secondo quanto dicono gli stessi periti ciò sarebbe stato possibile in funzione delle condizioni fortemente debilitate dalla sua magrezza e dalle lesioni subite nel pestaggio. Gli unici dati oggettivi scientifici che la perizia riconosce sono: il riconoscimento della duplice frattura della colonna e del globo vescicale che ha fermato il cuore”.

“Con una perizia così ora sappiamo che finalmente abbiamo ottime possibilità di vedere processati gli indagati per omicidio preterintenzionale – ha concluso Ilaria Cucchi – Con buona pace dei medici e degli infermieri che vengono continuamente assolti”.

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