Il pittoresco Brugnaro: mai un gay pride a Venezia
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Il pittoresco Brugnaro: mai un gay pride a Venezia

Il neo-sindaco attacca tutto e tutti e sul passaggio delle grandi navi promette: noi le vogliamo.

Il pittoresco Brugnaro: mai un gay pride a Venezia
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26 Agosto 2015 - 11.47


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Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, si difende dalle accuse, ma non continua a fare muro sul tema dell’omosessualità: “Io omofobo? Si figuri. Ho amici gay, ma quella del prossimo Gaypride a Venezia è una buffonata, il massimo del kitsch. Vadano a farla a Milano oppure sotto casa sua”. Nell’intervista a Repubblica Brugnaro ha poi risposto al sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni, che chiedeva di arginare l’invasione dei turisti a San Marco: “Mi sono rotto le scatole dei Soloni, basta con le gente che parla senza conoscere”. “Come si permette questa signora con i due cognomi, che certo non ha mai lavorato in miniera, di disquisire su dove devono passare o non passare le Grandi Navi? – spiega – Prima parli con me, con il sindaco di Venezia, e poi dica la sua! Noi, le navi bianche, le vogliamo, non passeranno più dalla Giudecca ma faranno un percorso diverso. Qui si tratta di salvare 5000 posti di lavoro! Non ce ne facciamo niente delle idee balzane del sottosegretario con i due cognomi. Attenti che porto tutti in piazza”.

“Non sono un politico, penso trasversale – aggiunge -. Berlusconi può essere ancora di stimolo. Io dico che ci vogliono tutte le intelligenze migliori per risollevare questo Paese. Obiettivo: tornare a crescere e creare lavoro. Non facciamo riforme da trent’anni. Adesso c’è un ragazzo che cerca di farle. Io tifo Renzi, tifo perché ci riesca”. Elton John? “E’ un arrogante che da tre anni non mette piede a Venezia. Se permette, ai nostri figli ci pensano i genitori. La famiglia con due donne e il bambinetto è innaturale”. Quanto all’immigrazione Brugnara dice che “bisogna distinguere, trovare soluzioni umane ma soprattutto pensare a noi, all’Italia, convincere i nostri giovani in fuga, a credere ancora nel Paese”. Venezia invece ha bisogno di soldi: “Siamo fuori di 62 milioni di euro dal patto di stabilità e ci conteggiano ancora gli introiti nulli del Casino. E’ una città in mutande, è il momento di tirare fuori gli attributi”.

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