Vendita vietata per i prodotti della Terra dei Fuochi
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Vendita vietata per i prodotti della Terra dei Fuochi

Il report di Palazzo Chigi sulle aree contaminate tra Napoli e Caserta: 51 le aree a rischio su cui è necessario intervenire. Tre mesi per le indagini.

Vendita vietata per i prodotti della Terra dei Fuochi
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11 Marzo 2014 - 18.18


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Ammontano al 2% le aree “sospette” per le quali è necessario proporre “misure di salvaguardia”: 21,5 chilometri su un totale di 1076 chilometri quadrati monitorati, appartenenti a 57 comuni delle province di Napoli e Caserta.La cosiddetta “Terra dei fuochi”. Sono i numeri che si leggono nel report di Palazzo Chigi sul territorio al centro di una complessa vicenda.

Nel documento, presentato dal ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, sono indicati 51 siti per i quali, si legge nel resoconto, “risulta necessario prioritariamente proporre misure di salvaguardia per garantire la sicurezza delle produzione agroalimentare, per un totale di 64 ettari di suolo agricolo”. Le indagini saranno effettuate entro 90 giorni: obiettivo, indicare quali sono i terreni ‘no food’ nella Terra dei Fuochi, come prevede il decreto interministeriale firmato dai ministri dell’Agricoltura, Maurizio Martina, della Salute, Beatrice Lorenzin, e dell’Ambiente, Gian Luca Galletti.

Il documento prevede anche il divieto di vendita per i prodotti ortofrutticoli dei terreni classificati a rischio nelle aree della Terra dei Fuochi in Campania. In base al decreto, l’immissione sul mercato delle singole colture è consentita solo se le colture sono state oggetto di controlli ufficiali con esito favorevole negli ultimi 12 mesi ed a condizione che siano state effettuate indagini, su richiesta e con spese a carico dell’operatore, dall’Autorità competente, con esito analitico favorevole. In queste stesse aree andranno anche sospese le colture.

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