Gioia Tauro, in arrivo le armi chimiche siriane
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Gioia Tauro, in arrivo le armi chimiche siriane

Il trasbordo delle armi chimiche siriane da un cargo alla nave Usa Cape Ray avverrà da nave a nave. La protesta dei sindaci. Bonino: è il più importante disarmo in 10 anni.

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16 Gennaio 2014 - 16.04


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È il porto calabrese di Gioia Tauro quello nel quale transiteranno le armi chimiche provenienti dalla Siria che si trovano a bordo della nave danese Arc Futura. Le armi chimiche si trovano attualmente depositate in circa 1.500 container sulla nave danese che farà scalo a Gioia Tauro e poi saranno trasbordate sulla nave Cape Ray. La conferma arriva anche dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi alle Commissioni riunite Affari esteri e Difesa di Camera e Senato.

Il sindaco di Gioia Tauro Renato Bellofiore lancia l’allarme per la sua popolazione: “Mettono a repentaglio la mia vita. Se succede qualcosa la popolazione mi viene a prendere con un forcone”. “È gravissimo – ha detto -. Forse il ministro Bonino non sa cos’è la democrazia”.

Domenico Madaffari, sindaco di San Ferdinando, il comune in cui ricade il 75% del porto, tutte le banchine, ha invece detto: “Stiamo valutando di emettere un’ordinanza per chiudere il porto. Vedrò – ha aggiunto – con i colleghi di Gioia e Rosarno cosa si può fare con molta calma. Voci danno arrivo nave domani”.

Il trasbordo delle armi chimiche siriane da un cargo alla nave Usa Cape Ray avverrà “da nave a nave, mediante la movimentazione di 60 container con appositi rotabili e quindi “senza lo stoccaggio” dei container a terra, ha detto il ministro delle Infrastrutture.

Bonino: è il più importante disarmo in 10 anni – “Si tratta della più importante operazione di disarmo negli ultimi dieci anni”, ha detto il ministro degli Esteri Emma Bonino alle Commissioni riunite Affari esteri e Difesa di Camera e Senato. L’Operazione di disarmo dell’arsenale chimico siriano è la più importante degli ultimi dieci anni, ha detto il ministro. “Più importante di quella che sta avvenendo in Libia”, ha aggiunto la titolare della Farnesina.

Opac: rimozione armi chimiche non sarà conclusa prima di giugno – La rimozione e la distruzione della maggior parte delle sostanze chimiche pericolose contenute nell’arsenale siriano non sarà concluso prima della
fine di giugno a causa di problemi di logistica e di sicurezza che complicano il processo: lo ha spiegato il direttore dell’Opac (l’Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche), Ahmet Uzumcu. Originariamente era previsto che la distruzione delle sostanze chimiche “primarie” fosse completato entro fine marzo, ma la guerra civile, il cattivo tempo e la burocrazia hanno rallentato i tempi. Il diplomatico turco si è detto comunque fiducioso che tutte le sostanze chimiche possano essere distrutte entro la fine di giugno. “Sono fiducioso che ce la faremo, faremo il possibile per rispettare questa deadline”.

Il direttore dell’Opac ha aggiunto che finora sono arrivate nel porto di Latakia, ultima tappa in territorio siriano, 16 delle 560 tonnellate di sostanze chimiche primarie previste ed ha convenuto che la quantità “non è così alta”.

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