La Sardegna di Michela Murgia: la politica delle idee
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La Sardegna di Michela Murgia: la politica delle idee

Si è svolto ad Arborea il secondo laboratorio delle idee di Sardegna Possibile. Michela Murgia ad Arborea, per l'Ost sull'alimentazione.

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11 Novembre 2013 - 13.02


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[b]Foto di Alessandro Cani[/b]

Si è svolto ad Arborea il secondo laboratorio delle idee di Sardegna Possibile, continua il percorso attraverso le comunità che cooperano alla stesura del programma della coalizione utilizzando lo strumento degli OST (Open Space Technology).

Per Michela Murgia questi incontri rappresentano le vere primarie di Sardegna Possibile, nel discorso introduttivo dichiara: “questa è una fase di confronto e lavoro sui temi più rilevanti per l’isola. Sono le nostre primarie sulle idee, perché ci piace pensare che la cosa più importante sia ragionare sui temi e sulle idee per elaborare soluzioni”.

Prosegue: “le idee che verranno fuori da questa giornata saranno il tesoro prezioso per chi andrà a progettare le scelte sulla filiera alimentare che oggi rappresenta solo il 4% del Pil sardo ma che ha tutte le potenzialità per diventare l’economia trainante dell’isola”.

Operatori del settore, piccoli allevatori, specialisti e cittadini comuni si sono ritrovati nella sede del Palazzo dello sport per discutere di agricoltura ed economia e per rispondere alla domanda “come fare del cibo la nostra economia?”.

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Sono più di venti i gruppi di discussione che hanno affrontato la tematica da diversi punti di vista.

Daniele Corbini propone l’argomento “azioni possibili per rendere la filiera del grano un polo di eccellenza”. Per Daniele, mugnaio di Tempio Pausania, uno dei problemi maggiori consiste nella scarsa informazione fornita al consumatore: “il prezzo non è una certificazione di qualità. Il consumatore non ha le informazioni necessarie per scegliere un prodotto di qualità, per cui delle volte acquista un prodotto scadente ad un prezzo più alto”.

Per Stefano Lai ex delegato all’agricoltura per la provincia di Cagliari i problemi della zootecnia spesso risiedono nell’impatto che le aziende hanno sul territorio e sul fatto che “non si è mai affrontato in modo serio il discorso sulla metodologia della produzione”. Stefano specifica che: “non è importante quanti litri di latte un’azienda produce ma è importante soprattutto il metodo e le esternalità da questa prodotte”.

Monica Mastino, ricercatrice delle biotecnologie vegetali, ha affrontato il tema degli organismi geneticamente modificati o OGM: “benché sia necessario puntare sull’agricoltura biologica, allo stesso tempo bisognerebbe incentivare comunque la ricerca sugli OGM che al momento è monopolizzata dalle grandi multinazionali”.

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I prossimi ost che avranno luogo a breve si concentreranno sulle tematiche attorno alla salute e al territorio.

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