Ustionata con l’acido perché aveva lasciato il fidanzato
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Ustionata con l’acido perché aveva lasciato il fidanzato

Ennesimo episodio di violenza contro le donne:l’ex compagno le ha anche dato fuoco, la donna è grave e ha perso un occhio.

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19 Maggio 2013 - 16.29


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Un contenitore di acido rovesciato in faccia. Una bottiglia d’alcol gettata addosso e il fuoco appiccato con un fiammifero. A farne una torcia umana.

È stata questa la violenta reazione di un uomo lasciato dalla compagna, a Bolzano. Lei 24 anni, lui venti di più, entrambi romeni.

L’ennesima storia d’amore, se così può essere definita, che un uomo non accetta di vedere finita. Tanto da usare una violenza tale da lasciare segni indelebili sulla donna o di metterne a rischio persino la vita.

A salvarla sono state delle prostitute, vicino alla stazione ferroviaria di Bolzano, che hanno sentito le urla di dolore della giovane. Era in una baracca e le hanno gettato addosso delle coperte, per spegnere le fiamme. Poi hanno chiesto aiuto. In ospedale, dov’è arrivata più morta che viva, i medici non sono riusciti a salvarle del tutto la vista: l’ha persa da un occhio. E le hanno riscontrato ustioni sul 30% del corpo, con ferite che dopo settimane ancora s’infettano.

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La vicenda risale infatti a circa un mese fa, ma la polizia l’ha tenuta nel riserbo per ragioni investigative.

L’uomo è stato infatti individuato e condotto in carcere solo venerdì. È accusato di lesioni gravissime, tentato omicidio e sfruttamento della prostituzione. La Squadra mobile, coordinata da Giuseppe Tricarico, l’ha individuato perché aveva trovato un lavoro come stagionale e l’ha arrestato su ordinanza del sostituto procuratore di Bolzano Luisa Mosna.

La storia di questa coppia di amaro non ha però soltanto l’epilogo e la giovane ha fatto fatica a raccontarla. All’inizio, quando in ospedale la Squadra mobile della polizia di Bolzano è andata per capire, la giovane ha parlato di un incidente. Solo col tempo si è convinta a spiegare, rivelando di avere paura di quello che era stato il suo compagno.

Per lei, bella e piena di speranza, tutto era iniziato con la voglia di arrivare in Italia per sfuggire alla miseria, con la promessa di vivere in casa di lui, che aveva riferito di lavorare. Un racconto che la giovane aveva creduto, ma che dice anche come si fosse rivelato falso. La realtà, una volta giunti a Bolzano, era ripararsi sotto ponti o in baracche, trovarsi costretta alla prostituzione e picchiata, sempre controllata, gelosamente. Non l’esistenza che aveva sognato quindi, semmai l’opposto, peggio che nella miseria di casa. Da qui la decisione di farla finita e lasciarlo. Ma anche la reazione è stata violentissima.

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