Università, ancora polemica sui test anticipati a luglio
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Università, ancora polemica sui test anticipati a luglio

I test inizieranno un mese e mezzo prima, mentre nel 2014 saranno addirittura ad aprile. Ma gli studenti non ci stanno.

Università, ancora polemica sui test anticipati a luglio
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16 Febbraio 2013 - 15.59


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Polemica per la decisione del ministero dell’Istruzione di anticipare a luglio i test per l’ammissione ai corsi a numero chiuso delle università. I test inizieranno il 23 luglio con medicina e odontoiatria e si concluderanno il 4 settembre con professioni sanitarie per il 2013, mentre nel 2014 saranno addirittura ad aprile.

Ma gli studenti non ci stanno.

”Scandaloso”, tuona L’Unione degli Universitari. ”Il Ministro Profumo – afferma Michele Orezzi, coordinatore nazionale Udu – non si smentisce nemmeno da dimissionario. Dopo il tentativo di far passare il DM sul diritto allo studio, che di fatto annienta i diritti degli studenti meritevoli ma privi di mezzi, in sordina senza il coinvolgimento degli studenti, adesso sferra un altro attacco agli studenti. Stabilire l’inizio delle prove per i test di ammissione a luglio è un ulteriore ostacolo all’accesso all’università”.

”Non solo – spiega Orezzi – gli studenti dovranno prepararsi a sostenere un test d’ingresso su materie che possibilmente non hanno mai nemmeno studiato, inoltre avranno pochissimo tempo a disposizione per farlo in quanto saranno impegnati, almeno fino alla prima metà di luglio, a sostenere gli esami di maturità. E’ un altro palese attacco al diritto allo studio e all’accesso alla formazione per migliaia di studenti”.

”Noi – conclude Orezzi – da sempre lottiamo contro il numero chiuso e abbiamo promosso e vinto numerosi ricorsi al TAR, permettendo a centinaia di studenti di potersi immatricolare. Abbiamo anche organizzato un ricorso straordinario collettivo gratuito direttamente al Presidente della Repubblica che a breve sarà deciso per scardinare questo sistema iniquo di selezione aprioristica”. Ricordando di essere ancora in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale, l’Udu annuncia l’intenzione di mettere ”in campo tutte le iniziative politiche e legali contro un mezzo di selezione aprioristico”.

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